TEMPO DI SCELTE
La Roma nell’emergenza s’è riscoperta più guardinga, meno spettacolare e ha dato il meglio di sé quando ha incontrato squadre che hanno accettato di fare la partita e non chiudersi. Cosa accadrà adesso che avrà di nuovo la qualità a disposizione? La mossa che viene scontata pensare è arretrare Mancini (al posto del titubante Fazio) vicino a Smalling e spostare Pellegrini di nuovo a centrocampo, per non perdere il momento-sì del Flaco. Ma Lorenzo, dopo esser stato schierato nelle prime due gare di campionato proprio in quel ruolo, è esploso come trequartista, regalando alla Roma un’impronta più aggressiva e spavalda (con tanto di assist a ripetizione ai compagni: 4 in 7 partite) di quanto sia riuscito all’argentino. L’idea che ha di Mkhitaryan, il tecnico l’ha invece confessata nelle poche battute rilasciate qualche giorno fa a Nyon: «Il ritorno di Miki può aiutare molto Dzeko». In effetti a pagare il ko dell’armeno (e di Pellegrini) è stato soprattutto Edin. Il bosniaco, dopo il Lecce (quando sono usciti di scena il nazionale azzurro e l’ex Arsenal), ha segnato soltanto al Milan. Un’inversione di tendenza preoccupante: 6 gol nelle prime 7 gare stagionali, 7 su 9 fino alla trasferta in Salento, appena 1 su 9 (considerando che all’andata col Wolfsberger non è entrato) sino all’attuale pausa. Mkhitaryan è però un calciatore diverso da Kluivert, meno propenso a cercare la profondità rispetto all’olandese. Senza contare che sul versante opposto Under, titolare prima dell’infortunio, ora è dietro a Zaniolo.
PARADOSSI
Può apparire un paradosso ma Fonseca dovrà esser bravo - oltre a mantenere l’equilibrio tattico raggiunto - anche a controllare quello nello spogliatoio. Perché è più facile gestire una rosa dove i titolari sono riconosciuti e le riserve sono consapevoli del loro status. Chi nell’emergenza è riuscito ora a ritagliarsi un posto al sole, difficilmente accetterà di fare un passo indietro. Si chiama «abbondanza» che per ogni tecnico - dalla serie A ai dilettanti - viene sempre considerata «un bene, un vantaggio». Ma che come tutti gli eccessi (passare di colpo dalla penuria alla possibilità di scegliere, scontentando inevitabilmente qualcuno), va maneggiata con cautela.
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