Rieti, Capitano Ultimo e la sua esperienza
nella lotta contro la mafia
incantano gli studenti a Contigliano / Foto

L'incontro
di Daniela Melone
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Lunedì 18 Novembre 2019, 19:10 - Ultimo aggiornamento: 19:11

RIETI - La forza della povertà e l’amore per san Francesco, il ricordo di Falcone e Borsellino e l’esempio del generale Dalla Chiesa, il no comment su Salvini e l’affetto verso la senatrice Liliana Segre, il mutuo soccorso, il coraggio di chi, dopo la guerra, ha rimesso in piedi un paese distrutto e poi gli eroi di ogni bambino, che non possono che essere il babbo e la mamma. C’è questo e tanto altro nelle parole di Sergio De Caprio, più noto come “Capitano Ultimo”, giunto questa mattina al centro pastorale di Contigliano. L’uomo che, nel 1993 catturò il boss dei boss Totò Riina, uno dei più violenti capi di Cosa Nostra, è al centro dell’incontro voluto dall’amministrazione comunale.
 

 


PROTAGONISTE LE SCUOLE
“Un evento pensato per le scuole – spiega il primo cittadino Paolo Lancia rivolto agli studenti, centinaia quelli presenti – Rappresentate le nostre aspettative per un futuro migliore”. Al collo un rosario, sul petto una piuma. Il volto coperto da uno scaldacollo. “Dietro quella sciarpa sorride, sorride alla vita, alla libertà, allo sforzo di creare una società migliore” dirà il parroco Ercole La Pietra. Sul palco anche l’assessore comunale con delega alla scuola Alessia Iachetti, il presidente della Provincia di Rieti Mariano Calisse, Claudia Chiarinelli, assessore provinciale alla scuola, la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Contigliano Irene Di Marco e Roberto Lorenzetti moderatore dell’incontro.

IL PROVVEDIMENTO SULLA SCORTA
Il 3 settembre 2018 il Ministero dell’Interno ha annullato la protezione per il colonnello De Caprio, per “mancanza di particolari segnali di concreto pericolo per la figura dell’ufficiale”. Il Tar del Lazio ha ora sospeso in via cautelare il provvedimento e bloccato la revoca della scorta. “Il Prefetto Pazzanese e il Comandante Generale dell’Arma, negano il pericolo concreto e attuale della mafia – commenta Capitano Ultimo - Contemporaneamente la Direzione Investigativa Antimafia dice che Cosa Nostra mantiene un’alta pericolosità offensiva. Dire che la mafia non è più un pericolo è una affermazione gravissima. Colpire il Capitano Ultimo è una questione simbolica. La mafia ci guarda e vede quanto siamo ridicoli e superficiali. Ci vuole più maturità da parte di chi ha compiti di responsabilità. La sicurezza è un bene di tutti i cittadini”.

CHI NON È ALL’ALTEZZA LASCI SPAZIO A CHI È CAPACE
“La legalità - aggiunge - non è altro che praticare solidarietà e uguaglianza, che dovrebbero essere nel cuore di tutti. Io volevo solo lavorare, invece mi ritrovo a raccontare che la mafia è ancora un pericolo. Qualcuno dovrà dirci perché non si riesce ancora a sconfiggere. Perché non ci sono i mezzi o perché non sono all’altezza, in questo caso meglio lasciare spazio ad altri più capaci”. Ricorda il generale Dalla Chiesa, che fu risolutivo nella lotta al terrorismo e che aveva un talento che rendeva invidiosi gli altri generali. “Gli incarichi importanti devono essere ricoperti da chi lavora per il popolo e non da chi è interessato ad occupare ruoli di prestigio”.

L’INVITO AI GIOVANI: PRATICATE L’AMICIZIA
Tra i tanti messaggi lanciati ai più giovani svetta l’invito a praticare l’amicizia: “Se facciamo gruppi e gruppettini, rischiamo che gli esclusi diventino bersaglio di prepotenti o passino nella squadra dei criminali. Solo se unito, il popolo è invincibile”.
“Conosco bene quello che ha passato – spiega il presidente della provincia Calisse – Abbiamo amici in comune che mi hanno raccontato la sua vita, fatta di coraggio e di donazione agli altri, mettendo da parte anche gli affetti personali. In questi anni non si è capito da che parte stava chi doveva difenderla. La sua energia è di esempio per continuare a lavorare e dare una terra migliore ai nostri ragazzi”.

IL DONO DELLA SPERANZA
Ragazzi, quelli presenti, che hanno studiato la storia del capitano, dalla quale sono rimasti profondamente colpiti. A dirlo è la dirigente scolastica che sottolinea come chi lavora nella scuola non può che vedere come un esempio l’impegno quotidiano di Ultimo. “A volte - ha detto Irene Di Marco - avvertiamo la sensazione di essere soli davanti ai mulini a vento, eppure il nostro è un ruolo fondamentale, lo Stato e le famiglie ci affidano l’educazione dei futuri cittadini. E allora arriva lo sconforto, quando si parlano linguaggi diversi, quando si esce dall’aula con la sensazione di aver fatto un buco nell’acqua offrendo insegnamenti lontani anni luce dal mondo esterno. Le nostre classi sono piene di ultimi, che scompaiono in fondo all’aula, che sembrano indifferenti e invece colgono il messaggio che gli offri. La speranza è il dono più bello che ci lascia oggi”.
TESTIMONE DI CORAGGIO
Al termine della mattinata Pino Strinati dell’Associazione Santa Barbara nel mondo ha consegnato al Capitano Ultimo una targa di riconoscimento come testimone del coraggio e della legalità.
L’istituto comprensivo ha donato un’opera realizzata in ceramica, mentre l’amministrazione comunale una immagine raffigurante la collegiata di san Michele Arcangelo.

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