Platini: «Vittima di un complotto, ma ora nuova sfida»

Platini: «Vittima di un complotto, ma ora nuova sfida»
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Lunedì 18 Novembre 2019, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 13:08
«Sono rimasto vittima di un complotto, un processo mediatico violento, ma la vita non è finita. Devo avere un'ultima avventura, non posso chiudere con la parola 'sospesò dalla Fifa». Lo dice l'ex presidente della Uefa, Michel Platini, presentando il libro «il Re a nudo». «Non ho ragione di essere incazzato - aggiunge Platini -, vado in contropiede come con Trapattoni e aspetto il verdetto della Corte dei Diritti Umani. Mi sono sentito tradito? Famiglia e amici sono rimasti, ho perso solo i cortigiani».

Platini non chiude le porte a nessuna ipotesi ma afferma di non volere tornare alla Juventus perché «non si vivono due storie d'amore» con la stessa persona: «Ho ricevuto parecchie proposte ma non ritornerò dove sono già passato. Voglio ancora sentirmi utile. Potrei collaborare con Agnelli nella Eca? Tutto è possibile, ho ottimi rapporti con lui ma lui non mi ha mai chiesto un consiglio». Sulla possibilità che i club varino la SuperChampions, Platini è piuttosto scettico: «Se ne parla da 15 anni... I grandi club da sempre vogliono organizzare le proprie manifestazioni perché chi ha le competizioni ha i soldi. Tra leghe, federazioni e istituzioni il rapporto è sempre difficile». Platini è chiaro su cosa gli piacerebbe fare qualora avesse di nuovo la possibilità di cambiare il calcio: «La prima riforma che farei? Non possiamo lasciare le stesse persone ad organizzare e giudicare, la commissione etica è come una giustizia interna. E se ti vogliono fare fuori come hanno fatto con me e con altri, ti fanno fuori»

«In passato i cori erano spiritosi, oggi invece c'è razzismo. Non è possibile nel 2020 insultare per omofobia o per il colore della pelle. Bisogna spiegare agli ultras che il loro messaggio è sbagliato. Non so se sia giusto fermare le gare - aggiunge Platini - ma il fenomeno va combattuto.
E' rischioso anche chiudere le curve perché è come con i bambini: più vieti loro lo zucchero, più vanno a cercarlo».
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