«Ho ucciso due uomini. Loro volevano uccidere me, e invece li ho uccisi io. Sono stato in carcere 27 anni, sono uscito la settimana scorsa. Ora sto andando in ospedale da mia moglie che è ricoverata, sta male, voglio starle vicino. Negli anni passati in carcere mi sono fatto due tatuaggi, me li sono fatti da solo».
E a quel punto l'uomo ha aperto il giubbotto e si è sbottonato la camicia, respingendo gli inviti di Delia a fermarsi («ma che fa, è novembre, con l'umido che c'è»). A petto nudo, l'ex detenuto ha esibito i suoi tatuaggi. In uno c'era scritto “Meglio un brutto processo che un bel funerale”. L'altro, proprio all'altezza del cuore, era un omaggio alla moglie: “Massimo - Paola - Per sempre”.
Alla fermata del San Camillo, l'ex detenuto è sceso. E Delia ha commentato: viaggiare a Roma con i mezzi pubblici sarà scomodo, sarà lungo, ma almeno non ci si annoia.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA