Roma, discariche, sos dopo Colleferro. L’Ama: rifiuti fuori da Roma

La discarica di Colleferro
di Mauro Evangelisti
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Domenica 17 Novembre 2019, 13:38

La discarica di Colleferro, dove Roma porta 1.100 tonnellate di scarti al giorno, è chiusa da venerdì, in seguito a un incidente mortale di qualche giorno prima. La Asl ha dato delle prescrizioni, oggi verificherà se sono state rispettate. Se arriverà il via libera, potrà riaprire. Nel frattempo Ama è in difficoltà e l’altro giorno ha scritto un comunicato per avvertire che c’è questo problema contingente. Ma il vero macigno è un altro: sono le prove generali per quello che succederà tra un mese e mezzo, quando Colleferro chiuderà per sempre. E non c’è un’altra discarica pronta, quelle presenti nel Lazio si esaurirebbero in pochi mesi se dovessero accogliere tutti i rifiuti di Roma.

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L’altro giorno il caso è stato sollevato del vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, in Prefettura, nel corso del comitato sulla sicurezza, al quale oltre alla sindaca Virginia Raggi, ha partecipato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Da ambienti interni ad Ama fanno capire che le istituzioni devono trovare in fretta una soluzione: o nel Lazio, o anche in altre regioni, altrimenti sarà una catastrofe. «Serve un’ordinanza della Regione che ci consenta di usare le discariche delle altre province o una proroga per Colleferro». Ieri Ama ha annunciato l’arrivo di 60 nuovi compattatori: il problema è che non sapranno dove portare i rifiuti perché dopo averli consegnati agli impianti di trattamento, c’è il passaggio successivo. Una parte di ciò che viene prodotto va negli inceneritori, ma un’altra deve per forza finire in discarica. Massimiliano Valeriani, assessore regionale ai Rifiuti (anche lui era presente al comitato sulla sicurezza) esclude qualsiasi proroga per la discarica di Colleferro. E allora? «Noi abbiamo sollevato il problema durante la riunione del comitato sulla sicurezza, in modo formale: sull’emergenza dei rifiuti ci aspettiamo che Roma prenda delle decisioni. A brevissimo ci deve dire che cosa intenda fare. Risposte? Ad oggi non si vede nulla. La Raggi ripete che sa che c’è il problema e che va risolto. Ma oltre a questo non va mai». C’è chi spera in una nuova ordinanza della Regione. «Se ancora pensano a questo, siamo in una condizione drammatica. Colleferro chiude, punto e basta. Oggi Roma non ha più alibi, mancano pochi giorni a un disastro annunciato. Non è più possibile tergiversare, Roma Capitale non può aspettarsi da altri una decisione che deve prendere. La situazione è pazzesca. Lo devo dire più chiaramente? Roma deve decidere dove fare una discarica». Roma produce 3.000 tonnellate di indifferenziato al giorno, un terzo, dopo la lavorazione, va a Colleferro. La tesi della Regione: Roma Capitale sa da un anno e mezzo che la discarica sarebbe stata chiusa il 31 dicembre 2019. Non ci sarà alcuna ordinanza, anche perché le altre discariche non hanno spazio.
 
Nei prossimi giorni dovrebbe svolgersi un nuovo vertice al Ministero dell’Ambiente. Dal Campidoglio anche ieri hanno confermato la stessa posizione: c’è una cabina di regia con tutte le istituzioni coinvolte, dal Ministero dell’Ambiente alla Regione a Roma Capitale, per trovare una soluzione alla carenza impiantistica del Lazio. Ecco, il vero nodo è tutto qui: per la Raggi la soluzione per Roma va trovata all’interno delle cinque province coinvolgendo anche altri territori; per la Regione la soluzione per Roma deve trovarla Roma all’interno del suo territorio. Il 31 dicembre si sta avvicinando e il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dovrà trovare una mediazione last minute.

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