Venti donne arabe danno vita a Jasmine, una rete per la parità nel medio oriente

Venti donne arabe danno vita a Jasmine, una rete per la parità nel medio oriente
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Sabato 16 Novembre 2019, 20:24

Venti figure di donne che alle spalle hanno una storia di impegno civile e che rivestono un ruolo chiave per la costruzione della futura leadership nel Mediterraneo - dalla Giordania alla Tunisia, dal Marocco all'Algeria, al Libano, all'Egitto - hanno firmato a Palermo il primo documento programmatico che darà vita ad un network femminile chiamato  'Jasmine', una costola nata dalla rete Mediter e creata nell'ambito del progetto "Amina" finanziato dall'Unione Europea e con il sostegno del Comune di Palermo e della Regione Sicilia.

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La rete Jasmine si configura come uno strumento per le ragazze che potranno contare sul supporto di queste venti donne leader, di cui diciotto appartenenti al mondo arabo. All'orizzonte si intravede un impegno articolato che va ben oltre  alle battaglie per il velo e che punta su una maggiore giustizia sociale ed eguaglianza tra uomo e dona.

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Punto di forza di queste donne e' l'eterogeneita' non solo geografica. Tra loro ci sono poetesse, scrittrici, giuriste, giornaliste, esperte in management pronte a incoraggiare le nuove generazioni di donne a cogliere le sfide del futuro senza dimenticare pero' quelle donne che perdono la vita nel Mediterraneo o che vivono nei campi profughi.

Farida Allaghi, ex ambasciatrice della Libia presso l'Unione europea,attivista nella difesa dei diritti delle donne e dei bambini del Terzo mondo, auspica che ci sia una 'Greta' anche nel mondo arabo e un nuovo modello che tenga conto delle richieste delle donne a partire pero' dal basso. «Questa ragazzina svedese - dice Allaghi - e' riuscita a fare piu' di cio' che Governi e altre istituzioni hanno fatto in tutti questi anni. Nel mondo arabo siamo stanchi di queste migliaia di morti e della poverta'. La ricchezza, infatti, e' concentrata nelle mani di poche famiglie mentre il resto della popolazione soffre.» 

Rita El Khayat, scrittrice marocchina e voce delle donne arabe attraverso i suoi romanzi, spiega: «C'e' ancora molta strada da percorrere per noi donne affinche' ci sia una reale parita', mi riferisco sicuramente al mondo arabo ma anche all'avanzato occidente dove le donne non hanno lo stesso potere degli uomini. In politica, ad esempio, Stati Uniti, Francia e Italia, non hanno mai avuto presidenti donne».

Enaam Suhail Al Barrishi, direttrice generale della Jordan River Foundation e donna di riferimento della casa reale giordana per il no profit sostiene che le donne in generale devono fare i conti con numerose difficolta'. «Un riferimento particolare pero' rivolgero' alle rifugiate dei campi profughi. Sono donne che sicuramente soffrono piu' di tutte le altre».

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