Venezia allagata, dal governo subito 20 milioni, ma la città teme un altro picco di marea

Venezia allagata, dal governo subito 20 milioni, ma la città teme un altro picco di marea
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Giovedì 14 Novembre 2019, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 20:19

Giuseppe Conte lascia Venezia garantendo che il governo aiuterà la città colpita dalla mareggiata. E subito, nel pomeriggio, il Cdm delibera lo stato di emergenza e stanzia 20 mln di euro, i primi fondi per gli interventi più urgenti a sostegno del capoluogo lagunare e della popolazione. Il premier parla di due fasi per il ristoro dei danni. «La prima - dice - ci consentirà di indennizzare i privati e gli esercenti commerciali sino ad un limite per i primi di 5mila euro e per i secondi di 20mila euro». Questi soldi «potranno arrivare subito».

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«Poi - aggiunge Conte - per chi ha danni più consistenti ovviamente li quantificheremo con più calma e dietro istruttoria tecnica potranno essere liquidati», Ma la Serenissima non ha neppure il tempo di tirare il fiato. Perchè, dopo il sole che ha riportato all'asciutto i masegni di San Marco, domani è attesa un'altra acqua alta eccezionale. Il peggioramento, dopo una pausa, era previsto. Nel suo bollettino la Protezione Civile ha dichiarato l'allerta rossa per domani in alcuni settori del Veneto e arancione sulla provincia di Bolzano, su parte del Friuli Venezia Giulia e su gran parte dei territori di Veneto, Liguria e Toscana. Venezia trema all'idea di un'altra maxi-ondata di maree che, secondo il Centro previsioni del Comune, dovrebbe raggiungere i 145 centimetri alle 11.20 del mattino, con seria possibilità che la misura possa essere rivista già stasera al rialzo. Altre previsioni, come quelle dell'Ispra, sono peggiorative, con una stima di acqua alta sempre in tarda mattinata di un metro e 58.

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Insomma, l'emergenza per Venezia non è ancora passata. E il maltempo e lo scirocco non molleranno durante il week end: sabato e domenica saranno per certo altre giornata di alta marea a San Marco. Intanto il Governo lavora anche per rimettere in ordine le tessere delle governance che si occupano di Venezia e del suo futuro. Sempre il premier Conte ha annunciato che sarà convocato il 26 novembre il Comitatone interministeriale per la salvaguardia di Venezia. «Discuteremo anche - ha precisato - la governance per i problemi strutturali di Venezia, grandi navi, Mose, e un maggiore coordinamento tra le autorità competenti». E proprio sul Mose arriva un passo avanti dal ministero dei trasporti e delle infrastrutture.

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La ministra Paola De Micheli ha annunciato la nomina del super commissario che dovrà seguire il completamento delle dighe mobili. È Elisabetta Spitz, ex direttore dell'Agenzia del Demanio, architetta e urbanista di lungo corso, che conosce bene Venezia avendo presieduto dal 1992 al 1999 il consorzio di progettazione della salvaguardia delle aree abitate della città veneta. La polemica sul Mose che non c'è resta però alta. Fonti del Consorzio Venezia Nuova hanno chiarito che «non è tecnicamente possibile» alle condizioni attuali il sollevamento, anche parziale in fasi di emergenza, del sistema Mose. Un'ipotesi avanzata tempo fa dall'ex provveditore alle Opere pubbliche, e che non rientra nei compiti istituzionali del Cvn commissariato.

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In ogni caso il sollevamento di una parte delle dighe non salverebbe la laguna da un'acqua alta eccezionale. In città prosegue la conta dei danni della mareggiata; un calcolo preciso - oltre la stima di centinaia di milioni fatta dal sindaco Brugnaro - non è ancora possibile. «Ieri abbiamo fatto una prima ricognizione esclusivamente per il patrimonio demaniale e in buona parte hanno avuto tutti danni ai piani terra» ha detto Emanuela Carpani, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Venezia e la laguna. «Per fortuna - ha aggiunto - non ci sono stati danni al patrimonio delle collezioni museali, archivistiche e librarie. Stiamo raccogliendo una prima stima».

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