Lazio, l'Europa decide il futuro

Lazio, l'Europa decide il futuro
di Emiliano Bernardini
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Giovedì 14 Novembre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 15:44
Preghiera in gennaio. Simone Inzaghi l’ascolta da giorni. Da quando ha capito che la Champions non è una chimera ma un qualcosa di molto concreto. Chiede rinforzi sul mercato e spera di essere ascoltato. Essere usciti dall’Europa League è sì un paradosso incredibile ma libera i biancocelesti del peso della doppia competizione. Ha una rosa con diverse spine ma che al tempo stesso avrebbe bisogno di qualche petalo in più. Resistere al rigido inverno del campionato non è cosa semplice. In più se si vuole andare in Champions bisognerà sbocciare a primavera. Insomma a gennaio bisognerà, per una volta, sfruttare il mercato così da puntellare la squadra. 
PANCHINA CORTA
Partiamo però da un presupposto: giocare solo il campionato impone che ad avere priorità sia il mercato in uscita. Trentadue giocatori in rosa (compresi gli esuberi) sono troppi per un tecnico che al massimo ne usa 15. Da qui alla pausa natalizia Inzaghi dovrà valutare quali elementi potranno essergli utili. Aveva iniziato la stagione ruotando molto ma alla fine è dovuto tornare a schierare i suoi fedeli per vedere il Paradiso. Troppa disparità tra titolari e riserve. Per ora, dei giocatori arrivati in estate solo Lazzari ha dimostrato di meritare un posto fisso. Gli altri collaborano saltuariamente. Otto presenze per Jony, esterno più adatto al 4-4-2 che al 3-5-2. Non ha doti difensive. Sei presenze per Vavro, centrale da linea a quattro e non a tre. Quattordici minuti in due partite per Adekanye, attaccante giovane e inesperto di cui Inzaghi fa fatica anche a ricordare il nome. Zero gare per André Anderson. Poi ci sono giocatori che accanto hanno un grosso punto di domanda. Basti pensare a Lukaku, sparito dopo i 29 minuti decisivi contro la Fiorentina. O Berisha forse il caso più emblematico. Arrivato come uno dei giocatori migliori dell’Europa League e con la fama di guerriera, in biancoceleste ha finito per sparire. A questi si aggiungono i fardelli degli anni precedenti, praticamente tutti fuori rosa: Vargic, Durmisi, Casasola, Djavan Anderson, Minala (gioca in Primavera) e Kisnha. Tradotto: a gennaio la priorità sarà data al mercato in uscita. Giusto. Ma sarebbe folle non puntellare la squadra in quei ruoli che necessitano di ricambi. 
RUOLI CHIAVE
Per centrare la Champions c’è bisogno di avere più uomini di valore nei ruoli chiave. Giocatori già pronti che non hanno bisogno di ambientamento. In difesa Acerbi continua ad essere solo. Come detto Vavro, finora, non ha garanzie. Difficile però che s’intervenga visto che lo slovacco è costato 12 milioni. In regia anche Leiva ha bisogno di tirare il fiato. Parolo ha un anno in più e fa sempre più fatica quando si tratta di rincorrere. Cataldi viene usato ad intermittenza e senza una logica apparente. Un ruolo chiave quello del brasiliano che è costretto a correre il doppio da quando Inzaghi gioca con Luis Alberto, Milinkovic, Immobile e Correa contemporaneamente. In avanti non esiste un vice Immobile. Insomma la spina dorsale avrebbe bisogno di poter contare su riserve di livello. Difficile però che a gennaio si faranno investimenti importanti. La Lazio pensa piuttosto a all’estate prossima quando molte cose potrebbero cambiare. Se alla fine la Champions non dovesse arrivare sarà rivoluzione.
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