Appello a boicottare il film di Polanski dopo le accuse di stupro

Roman Polanski
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 19:58

In Francia un appello a boicottare J'accuse, l'ultimo film di Roman Polanski premiato alla Mostra di Venezia. A lanciarlo è stata la senatrice socialista ed ex ministra per i Diritti delle Donne, Laurence Rossignol, dopo le nuove accuse di stupro mosse contro il regista dalla fotografa francese ed ex modella, Valentine Monnier.

Intervistata dall'emittente pubblica France 2, Rossignol ha detto che «non andrà a vedere il film», in uscita oggi nei cinema di Francia, e ha lanciato una appello affinché tutti facciano lo stesso. «Posso dire che è un film che non bisogna andare a vedere, perché non possiamo regalare questo a Polanski. Non bisogna chiudere un occhio. Andare a vedere il film, significa metterci una pietra sopra». Da parte sua, l'ex presidente francese, Francois Hollande, ha detto a BFM-TV che «un'accusa non deve impedire di andare a vedere un film, ma non può nemmeno impedire di porre delle domande al regista».

Polanski respinge le nuove accuse di stupro e controquerela

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Da parte sua, la regista Nadine Trintignant ha difeso con forza il grande regista ottantaseienne nato da un padre polacco di origini ebraiche. «Trovo gravissimo infastidirlo in questo momento, in cui c'è un ritorno dell'antisemitismo in Europa», ha dichiarato, aggiungendo di credere totalmente alla versione del regista, che nei giorni scorsi ha respinto le accuse. «Ho piuttosto tendenza a credere a lui piuttosto che a una donna che ha aspettato 44 anni per decidere di denunciarlo», ha aggiunto. Ieri sera, un blitz di militanti femministe ha bloccato l'anteprima al cinema Le Champo di Parigi, mentre un'altra anteprima più importante sugli Champs-Elysées si è svolta senza intoppi. Molti invitati, tra cui importanti personalità francesi, hanno sottolineato la necessità di «dissociare l'uomo dal regista». Accusato da Valentine Monnier di averla violentata 44 anni fa, quando lei aveva appena diciotto anni, Polanski ha respinto ogni accusa, «con la massima fermezza» ma Oltralpe la promozione del suo ultimo lavoro sull'Affaire Dreyfus diventa giorno dopo giorno più difficile se non impossibile.

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