Smog, Italia prima in Europa per le morti da Pm10: a Bratislava summit Ue sull'aria pulita

Inquinamento, Italia prima in Europa per le morti da Pm10. Dal 28 a Bratislava summit Ue sull'aria pulita
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 00:30
Non per il sole e neanche per la bellezza della sua natura. L'Italia ha infatti un ben triste primato ambientale in Europa, ed è undicesima nel mondo, per morti premature da esposizione alle "polveri sottili PM2.5". Solo nel 2016 sono state infatti ben 45.600, con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore in Europa. A testimoniarlo Marina Romanello della University College di Londra con dati estrapolati  da un'analisi pubblicata sulla rivista The Lancet sull'impatto dei cambiamenti climatici sulla salute.

Le Pm10 o particolato  grossolano sono costituiti da particelle, polveri, pollini e spore con diametro superiore a 10 µm (micron): un micron è pari a un milionesimo di metro, o un millesimo di millimetro. Per particolato fine o sottile invece si intende polveri di dimensioni attorno ai 2,5 micron, ovvero le PM2,5, che sono contenuti o nell'atmosfera o nei liquidi: essendo di piccole dimensioni può penetrare fin negli alveoli polmonari e potenzialmente passare nel sangue...

Romanello è tra gli autori del report «The Lancet, Countdown on Health and Climate Change», che ha coinvolto almeno 35 enti tra università e istituzioni come l'OMS e 120 ricercatori in tutto il mondo. Gli esperti hanno stimato per l'Europa 281 mila morti premature per esposizione alle PM2.5. In pericolo è soprattutto la salute dei bambini e dei neonati (più esposti perché hanno sistemi immunitario e respiratorio ancora non del tutto sviluppati), con impatto a lungo termine.

D'altra parte l'Italia è anche il p
rimo Paese dell’Ue per morti premature da biossido di azoto (NO2) e nel gruppo di quelli che sforano sistematicamente i limiti di legge per i principali inquinanti atmosferici. A testimoniarlo oltre 4.000 centraline antismog, i cui dati sono stati raccolti e analizzati dall’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) nel rapporto annuale sulla qualità dell’aria. Secondo l’analisi dei rilevamenti 2016, la Penisola ha il valore più alto dell’Ue di decessi prematuri per biossido di azoto (NO2, 14.600), ozono (O3, 3000).
Complessivamente nell’Ue lo smog è responsabile di 372mila decessi prematuri, in calo dai 391mila del 2015.


Quasi tutti gli europei che vivono in città sono esposti a livelli di inquinamento atmosferico che superano le linee guida sulla qualità dell’aria stabilite dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Per Italia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Slovacchia le concentrazioni di polveri sottili (PM2,5) sono le più elevate. Tra le città italiane più inquinate c’è Torino, che contende a Parigi e Londra il primato di città europea più inquinata da NO2. Padova, invece, figura tra quelle con la più alta concentrazione media di PM2,5. Anche nelle aree rurali italiane vengono registrati valori fuori norma, come nella Pianura Padana, dove i limiti europei per i tre inquinanti principali vengono sistematicamente violati.

Il quadro generale europeo indica comunque un miglioramento della qualità dell’aria in
uropa con effetti positivi sulla salute dei cittadini. Anche per l’Italia i valori delle morti per agenti inquinanti sono diminuiti rispetto al 2015, quando l’AEA stimava i decessi prematuri per NO2 nel nostro Paese a 20mila unità. Ad esempio, nel 2016 le polveri sottili sono inferiori al 2015, per un totale di 17mila decessi prematuri in meno in tutta l’UE. La Commissione europea sta organizzando il secondo forum UE sull’aria pulita, ospitato dal governo slovacco a Bratislava, dal 28 al 29 novembre 2019, per discutere dello sviluppo e dell’attuazione delle politiche, dei progetti e dei programmi europei, nazionali e locali su energia, agricoltura e meccanismi di finanziamento dell’aria pulita. Il forum è in linea con il patto verde europeo proposto da Ursula von der Leyen, che include l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente neutro dal punto di vista climatico e di garantire una giusta transizione verso l’inquinamento zero del continente europeo.
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