Manovra, in 40 dal premier: vertice-show per fare squadra

Manovra, in 40 dal premier: vertice-show per fare squadra
di Marco Conti
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 12:33

Posti in piedi al vertice di maggioranza su manovra e decreto fiscale che domani si terrà subito dopo il consiglio dei ministri. Per ora dal ministero per i Rapporti con il Parlamento di Federico D’Incà sono partite una quarantina di mail-invito su esplicita indicazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma il numero è destinato ad ampliarsi anche se per ora non tutti hanno dato conferma. Oltre al premier e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e ai suoi sottosegretari, la convocazione è stata spedita ai capigruppo dei quattro partiti di maggioranza, ai capigruppo in commissione, ai presidenti di commissione Carla Ruocco e Daniele Pesco e ai capi-delegazione dei quattro partiti di maggioranza. Un mix di deputati e senatori necessario per fare il punto su manovra e decreto fiscale e organizzare emendamenti e votazioni.

Più che una riunione operativa il numero dei partecipanti prepara ad un mega show dove si cercherà di esaltare la compattezza della maggioranza particolarmente necessaria a Palazzo Madama dove i numeri sono contenuti e le commissioni sono in mano all’opposizione. Il passaggio non sarà facile, vista la mole di emendamenti che si annuncia. Oltre novecento sono già stati presentati al decreto fiscale che andrà in aula alla Camera il prossimo 25 novembre. Per mettere un po’ d’ordine oggi al ministero dell’Economia si terrà una nuova riunione con le delegazioni dei partiti che si annuncia molto più concreta dell’appuntamento di domani a palazzo Chigi.

Resta il fatto che già ieri il ministro Gualtieri ha invitato il Parlamento ad esercitarsi «anche sul versante delle coperture e non solo delle spese, per mantenere saldi invariati». Un auspicio che guarda alla legge di Bilancio ma anche al decreto fiscale dove i partiti di maggioranza hanno già piazzato un buon numero di bandierine. Alla riunione di giovedi ci sarà anche Italia Viva rappresentata da Rosato, Bellanova e Marattin. Renzi continua ad insistere sulla linea “no tax” in vista della manifestazione di venerdì a Torino di IV su come rilanciare l’economia italiana. I renziani oltre all’emendamento pro scudo-penale per l’ex Ilva, hanno piazzato alcuni paletti particolarmente indigesti al M5S perché farebbero saltare la stretta su appalti e subappalti e l’aumento delle pene per i grandi evasori. Tra gli argomenti del contendere anche la plastic-tax e auto aziendali, segue l’intenzione di aumentare la platea di coloro che usufruiranno dell’asilo nido gratis, come la cedolare secca sui negozi.

Lo scopo del “verticione” di domani è definire tempi e i modi di discussione della legge di bilancio e, sopratutto, cercare di contenere le fughe in avanti o gli accordi sottobanco con pezzi di opposizione. Al migliaio di emendamenti sul decreto fiscale si uniranno lunedì quelli sulla legge di Bilancio e a palazzo Chigi, come al Mef, si teme lo stravolgimento dell’impianto della manovra. Per Conte ciò che il governo è riuscito a fare nella manovra è andato ben oltre le aspettative visto che, come ricordava ieri Walter Veltroni, si è riusciti a scongiurare una «tassa micidiale come il rialzo dell’Iva» che ha assorbito ben 23 miliardi. 

Dalla parte del governo ci sono le stime di Bankitalia secondo la quale lo 0,6% di crescita dell’economia «si conferma condivisibile» e quella dell’1% per il 2021 «non è fuori portata». Ma Conte avrà modo di ricordare anche il favore con il quale la Commissione di Bruxelles ha accolto il nuovo governo concedendo quegli ampi spazi di flessibilità che difficilmente avrebbe spuntato l’esecutivo gialloverde. Da questa convinzione l’esigenza, per il presidente del Consiglio, di evitare l’assalto alla diligenza sia sul decreto fiscale che sulla manovra. E’ comunque probabile che dopo il primo passaggio in aula il governo possa decidere di chiudere le due “partite” con il voto di fiducia.
 

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