Come si evidenzia nel rapporto le donne sono penalizzate anche per l'accesso alla pensione anticipata. Hanno potuto usufruire di strumenti come Ape sociale e Precoci solo rispettivamente il 34% e il 17% delle lavoratrici. Anche Quota 100 resta una risposta "parziale", infatti, sulla base di alcune stime del sindacato le donne che nel 2019 utilizzeranno tale misura saranno circa 40mila, il 26% del totale (pari a 144mila).
"Per rimuovere le attuali disuguaglianze - dichiara il Segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli - serve una riforma complessiva dell'attuale sistema pensionistico, così come proponiamo nella Piattaforma unitaria elaborata con Cisl e Uil. Per il dirigente sindacale "vanno riconosciute le diverse condizioni delle persone, a partire da quelle di genere, bisogna prevedere una vera flessibilità in uscita, tutelare le carriere discontinue, il lavoro di cura prestato in ambito familiare, che per il 68% è a carico delle donne". "Inoltre - sottolinea Ghiselli - è urgente intervenire per garantire una piena e regolare copertura previdenziale alle lavoratrici in part time verticale ciclico, che ad oggi, non vedendosi riconoscere i contributi nei periodi di sosta lavorativa, sono costrette ad andare in pensione più tardi".
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