Rapinatore ucciso a Cinecittà: banditi puntavano a un bottino da 25mila euro

Roma, rapinatore ucciso a Cinecittà: il colpo di pistola partito dalla pistola del complice
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Lunedì 11 Novembre 2019, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 09:56

Sarebbe stato esploso dalla pistola del complice, il colpo mortale che ha ucciso Ennio Proietti, il rapinatore del tentato colpo in un bar tabacchi di Cinecittà. Dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, sarebbe emerso che a sparare sarebbe stato Enrico Antonelli, che la sera del 5 novembre si era recato insieme a Proietti, all'interno del Caffe Europa di viale Ciamarra per rubare l'incasso. I due puntavano a un bottino da 25mila euro e avevano studiato la situazione nei minimi dettagli, effettuando un sopralluogo alcune ore prima. 

Dalla ricostruzione fornita da Antonelli nell'interrogatorio con i magistrati, dopo il sopralluogo i rapinatori avevano recuperato le armi, e con il volto coperto da caschi e scaldacollo erano entrati nel locale per mettere a segno la rapina. Il piano prevedeva per Proietti il ruolo di regista di copertura mentre a lui sarebbe toccato il compito di portare via il denaro dalla cassa.

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Non avevano previsto che il titolare del bar tabacchi potesse reagire e che i clienti che erano in quel momento nel locale lo potessero aiutare anche a colpi di karate a fronteggiare uno dei due rapinatori. Proprio durante la colluttazione sono partiti diversi colpi di pistola. Uno di questi ha ucciso Ennio Proietti. Intanto il gip ha convalidato l'arresto di Antonelli, accusato di omicidio, tentato omicidio e rapina aggravata. I due si erano conosciuti durante un periodo di detenzione in carcere. Da lì era nata l'idea di effettuare la rapina. Secondo quanto raccontato da Antonelli, dopo un iniziale rifiuto, aveva deciso di accettare a causa delle sue precarie condizioni economiche.

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