Razzismo, Taison come Balotelli, ma espulso: «Io mai zitto»

Razzismo, Taison come Balotelli, ma espulso: «Io mai zitto»
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Lunedì 11 Novembre 2019, 16:06
Dall'Italia all'Ucraina, fino ad arrivare in Israele. La rivolta dei calciatori contro gli insulti razzisti si allarga e valica i continenti. Non solo Mario Balotelli, che il 3 novembre scorso a Verona ha calciato il pallone verso gli spalti, quindi ha minacciato di lasciare il campo a partita in corso, ma anche Taison, brasiliano dello Shakhtar Donetsk, si è ribellato e, durante una partita del campionato ucraino, ha scagliato il pallone in curva, prima di esibire il dito medio contro chi lo aveva seppellito con i famigerati 'buuù. Peccato che l'arbitro lo abbia espulso, facendolo scoppiare in lacrime: «le mie erano lacrime di impotenza, ma io non starò mai zitto». Ieri il flagello razzista ha investito l'ex difensore del PSG, Antoine Conte, che gioca in Israele, nel Beitar Jerusalem: il giocatore, sul campo del Maccabi Haifa (3-1), è stato sommerso dai soliti, famigerati «buuu» e alla fine si è sfogato sui social, parlando di «goccia che ha fatto traboccare il vaso». «Non è la prima volta che mi fanno questi versi in Israele», ha poi aggiunto.

Sempre via social è arrivato lo sfogo di Taison. «Non starò mai zitto di fronte a un atto così disumano e spregevole», ha scritto il brasiliano, su Instagram, incassando i messaggi di sostegno da parte dei colleghi di varie squadre: da Neymar a Douglas Costa, da Fernandinho a Bernard dell'Everton. «Lottiamo per i nostri diritti e per l'uguaglianza!», ha aggiunto Taison.
Anche il compagno di squadra di Taison, Dentinho, che non ha però reagito come Taison, si è visto apostrofare, ricevendo poi la solidarietà dei giocatori avversari. L'ultima denuncia arriva dal campionato di Serie C italiano: l'attaccante della Cavese, Massimo Goh, cugino del più celebre Moise Kean, è stato insultato alla fine della sfida contro il Catanzaro. «Per la seconda domenica di fila - ha raccontato - sono stato insultato per il colore della mia pelle, la prima volta non ho detto niente e ho sbagliato, ma ora ne ho abbastanza di 'sto schifo... Ma ci rendiamo conto?».
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