Julia, studentessa di Medicina: «Volevo dire a Johnson che gli ospedali non funzionano, mi hanno zittita»

Julia Simons
di Carla Massi
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Venerdì 8 Novembre 2019, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 17:34

Preoccupata per i tagli al servizio sanitario Julia Simons, inglese 23 anni, laureanda in Medicina a Cambrindge, ha provato a parlare con Boris Johnson in visita a sorpresa nell'ospedale Addenbrooke della città. Ma, le è stato impedito. Un uomo della sicurezza l’ha allontanata dal premier britannico. Julia, le manca un esame alla laurea, voleva solo dirgli che il sottofinanziamento alla sanità rende drammatica la vita di medici e pazienti.

Voleva fargli sapere che, senza mezzi, il suo studio e quello degli altri colleghi rischia di non essere messo a frutto nel modo giusto. Alla “studentessa coraggio” è stato imposto il silenzio. Così, una volta che Johnson ha abbandonato l’ospedale, lei si è messa a scrivere sui sociale tutto quello che avrebbe voluto dire.  Ha descritto il “giro turistico” del politico con il camice  nei laboratori e il mutismo da parte di tutti sulle reali condizioni dell’assistenza.

I giornalisti al seguito del primo ministro , dopo aver assistito alla scena, le chiedono di parlare, la filmano. Tempo qualche ora e il quotidiane inglese “The Guardian” la contatta e le propone di scrivere un articolo. Ecco che il suo ritratto della sanità inglese diventa un manifesto. «Come molti altri non sapevo che sarebbe venuto da noi - si legge - ma una volta visto nei corridoi e nei laboratori ho pensato che avrebbe potuto ascoltarmi oltre che a farsi scattare le foto». Julia voleva fare delle domande, vietato. «Ma che primo ministro è Ben Johnson - scrive -se vuole essere protetto anche dalle domande di una studentessa di Medicina dentro un ospedale? Sono sempre di più i giovani camici bianchi che non proseguono con la specializzazione perché sfiniti dallo stress. Le strutture sanitarie sono al collasso. Ho già visto abbastanza, dopo sei anni di studio, per sapere perché lui non ha incontrato il personale. Visto che non sono ancora medico posso dire io quello che gli altri temono di raccontare: il servizio sanitario è stato incessantemente sottofinanziato dal governo conservatore».

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E poi giù un elenco di fatti da far rabbrividire: dalle operazioni annullate, pur importanti e urgenti, perché non ci sono fondi, al ritardo di alcune cure. La studentessa fa i conti in tasca al governo sanitario e poi, raccontando di sè, confessa di temere per il futuro. «È straziante, ma è così». Quindi, si rivolge di nuovo a Johnson e gli chiede di parlare con medici, infermieri, assistenti e andare oltre la passerella fotografica. A Cambridge è nata una straordinaria 
“pasionaria” della corsia. 

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