Mps, gli ex vertici Mussari e Vigni condannati a oltre sette anni per l'affare Antonveneta

Mps, Mussari e Vigni condannati a oltre 7 anni
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Venerdì 8 Novembre 2019, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 00:37

Condanne severe a Milano per tutti gli imputati nel processo con al centro le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Mps tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite dovute all'acquisizione di Antonveneta. Oggi infatti il Tribunale, al termine di un dibattimento durato quasi tre anni, se si esclude le somme confiscate, ha in sostanza accolto, con un lieve ribasso, le richiesta avanzate dai pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici. Così sono stati inflitti 7 anni e 6 mesi di carcere all'ex presidente Giuseppe Mussari, 7 anni e 3 mesi all'ex dg Antonio Vigni e 5 anni e 3 mesi e 4 anni e 8 mesi rispettivamente all'ex direttore finanziario Daniele Pirondini e all'ex responsabile area finanza Gian Luca Baldassarri. Condannati anche Marco Di Santo, altro ex dirigente Mps, a 3 anni e 6 mesi, e gli ex manager e manager di Deutsche Bank Ivor Scott Dunbar (4 anni e 8 mesi), Matteo Angelo Vaghi (3 anni e 6 mesi), Michele Faissola (4 anni e 8 mesi), Michele Foresti (4 anni e 8 mesi) e Dario Schilardi (3 anni e 6 mesi). Le pene per Marco Veroni, ex di Db Ag London Branch, e per Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci, sono state 3 anni e 6 mesi, per il primo e 4 anni e 8 mesi e 3 anni e 5 mesi per gli altri due. Per alcuni capi di imputazione è stata dichiarata la prescrizione. La seconda sezione penale, presieduta da Lorella Trovato, ha anche disposto confische per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro nei confronti di Deutsche Bank AG, compresa la filiale londinese, e Nomura, imputate in qualità di enti e condannate pure a sanzioni pecuniarie: 3 milioni di euro l'istituto tedesco e 3 milioni e 450 mila quello nipponico. In più i giudici, che hanno concesso a tutti le «attenuanti generiche» ma non a Mussari e nemmeno a Dunbar, e per tutti sono state escluse le aggravanti della transnazionalità e del «grave nocumento ai risparmiatori», hanno demandato a una eventuale causa civile la liquidazione dei danni avanzati dalle residue parti civili - molte hanno revocato la costituzione contro Db in quanto hanno raggiunto una transazione - nei confronti della banca tedesca, di Nomura e di Mps citata come responsabile civile.

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Infine, gli ex vertici di Monte Paschi in solido con gli ex manager di Nomura e le due stesse banche dovranno versare 300 mila euro di danni a Consob, mentre tutti gli imputati sono stati condannati a risarcire Federconsumatori e Confconsumatori per un importo di 50 mila euro ciascuna. Il collegio ha infine disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Milano per valutare la posizione di Massimo Molinari e Daniele Bigi (ex Mps), Stefano Dova (ex Db) e Francesco Cuccovillo (ex Nomura). «Svanirà in appello anche questa incredibile condanna, perchè Giuseppe Mussari è innocente», hanno commentato i difensori Tullio Padovani, Fabio Pisillo e Francesco Marenghi. Non diverso è il parere dell'avvocato Carla Iavarone che con il collega Francesco Centonze assiste Vigni: «Siamo convinti della sua innocenza e faremo di tutto per dimostrarlo nei prossimi gradi di giudizio». Armando Simbari, legale di Pirondini, ha tenuto a dire: «È una sentenza totalmente appiattita sulle impostazioni dell'accusa. Avevamo espresso una serie di pregnanti considerazioni in fatto e in diritto che evidentemente non sono state minimamente prese in considerazione». L'avvocato Giuseppe Iannaccone, che difende gli ex dipendenti o dipendenti di Db ha invece spiegato: «Premesso che le sentenza si rispettano, voglio esprimere un grande stupore per il contrasto tra questo dispositivo e le risultanze emerse in dibattimento. Ma su questo leggerò le motivazioni. Essendo convinto della innocenza dei miei assistiti proporrò ricorso in appello convinto che le conclusioni saranno diverse». L'istituto di credito tedesco ha affidato a una nota la sua posizione ufficiale: «Siamo delusi dalla sentenza. Valuteremo le motivazioni una volta che saranno depositate», mentre fuori dall'aula il suo legale, Nedio Diodà ha osservato che riguardo alla confisca disposta dai giudici, 64 milioni e 891 mila euro, la somma «è stata molto ridimensionata rispetto alla richiesta della Procura» di 440,9 milioni. Anche Nomura «esprime disappunto per la sentenza. Dopo aver esaminato attentamente il contenuto della decisione, considererà tutte le opzioni, incluso in ricorso in appello. Le sanzioni penali non saranno esecutive fino al giudizio definitivo».
 

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