Cinecittà, un’altra rapina. «Usano anche il machete». I negozianti: «Ora i vigilantes»

Cinecittà, un altra rapina. «Usano anche il machete». I negozianti: «Ora i vigilantes»
di Lorenzo De Cicco e Alessia Marani
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Venerdì 8 Novembre 2019, 00:00

Rapine tentate, consumate, banditi in fuga. Che Ennio Proietti, 69 anni, ci abbia rimesso la vita nel colpo di martedì alla tabaccheria di via Ciamarra, poco importa. I balordi sono sempre in azione nella Capitale. Avvantaggiati persino dal nuovo sistema di smistamento delle telefonate (il filtro 112) che fa perdere secondi e minuti preziosi alle volanti per localizzare i loro spostamenti dopo i raid. Così ieri sera le batterie di rapinatori sono tornare a colpire a Cinecittà, sempre in via Ciamarra, all’Eurospin proprio di fronte al bar tabacchi.

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Non una novità. Perché al supermarket le incursioni a mano armata sono la routine. Come confermano gli stessi dipendenti, ancora sotto choc. «Qui abbiamo una rapina ogni 2-3 mesi, siamo in un certo senso abituati ormai - racconta Domiziana, 28 anni, mentre alla cassa dell’Eurospin smista patatine e birre - I banditi quasi sempre sono italiani, altre volte sono dell’Est Europa». Andrea, 27 anni, un collega, sta finendo di riporre i barattoli negli scaffali. Parla delle rapine degli ultimi tempi senza scomporsi. Mantiene il sangue freddo. «L’importante - dice - è rimanere calmi, non fare nulla di azzardato. Vengono qui con i coltelli, con le pistole, di tutto. Una volta mi sono trovato difronte un machete. Un signore, un italiano, che alla fine si è portato via 140 euro. Ormai rapinano per questo, per due spicci. Di solito vengono qui qualche volta, prima, come per fare un sopralluogo. Questo del machete me lo ricordo: aveva preso qualche birra, un paio di volte, nei giorni precedenti. La terza, mentre io gli davo il resto, ha tirato fuori questo coltello enorme». Insomma, da queste parti, nel volere presentare un curriculum quasi bisognerebbe scrivere «self-control in caso di rapina». 

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LE DENUNCE
Ma Roma è una città in preda dei malviventi? Se lo chiede la Confesercenti che ha chiesto ai suoi iscritti e alle associazioni di strada di segnalare su info@confesercentiroma.it le situazioni di criticità in termini di sicurezza, al fine di porle all’attenzione delle autorità competenti. Ed è per questo che l’associazione di categoria chiede un incontro urgente al Prefetto, chiedendo di sedere a un Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica convocato ad hoc. «Furti, rapine, anche particolarmente violente, intolleranza e atti intimidatori, vendette e anche vere e proprie esecuzioni - afferma il presidente Walter Giammaria - sono la punta di un iceberg più radicato e diffuso; sono i fatti in sé, la violenza di alcuni episodi che destano più allarme e dunque preoccupano l’insieme della città e del territorio». Un contesto in cui i commercianti «non si sentono sicuri», prosegue. «Anche se i dati statistici, a volte, sembrano dire altro - spiega - la percezione di insicurezza è alta. Spesso, inoltre, non tutti i reati vengono più denunciati. Nonostante gli sforzi, la questione sicurezza va affrontata con altri sistemi organici e sinergici». Secondo gli ultimi dati del Viminale nei primi sei mesi del 2019 si sono consumati 7533 furti ai danni di negozi, vale a dire più di quaranta al giorno; 3122 le rapine, diciassette nell’arco delle 24 ore. Supermercati, tabaccherie e farmacie le più colpite. «Adesso - dicono i commercianti di via Ciamarra - metteremo i vigilantes privati, non ne possiamo più». 

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