Delitto di Serena Mollicone, gli accusati ora vanno al contrattacco

Delitto di Serena Mollicone, gli accusati ora vanno al contrattacco
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 7 Novembre 2019, 14:48
Pronti a dire la loro verità. A controbattere, punto per punto, alle accuse, pesantissime che la Procura muove nei loro confronti. Cresce di ora in ora l'attesa per l'udienza preliminare per l'omicidio di Serena Mollicone. Il giallo di Arce, dove 19 anni fa, fu assassinata a studentessa 18enne, a parlare ora sarà la famiglia Mottola, l'ex maresciallo Franco, sua moglie Annamaria e suo figlio Marco. Sabato prossimo alle ore 11 a Cassino, lo farà per loro il criminologo Carmelo Lavorino, consulente globale (tecnico-scientifico), il quale terrà una conferenza stampa. Sarà presente anche l'avvocato Francesco Germani, che da sempre assiste la famiglia Mottola.

«L'obiettivo dell'incontro è informare l'opinione pubblica degli aspetti esiziali della vicenda ed enunciare le osservazioni e considerazioni di carattere criminologico e scientifico, anche per confutare e demistificare tutte le imprecisioni e le apoditticità sinora filtrate», questa l'unica dichiarazione del criminologo Lavorino. Nessuna anticipazione. Certo è che la difesa, almeno fino a quanto palesato finora, metterà in risalto le proprie conclusioni sugli aspetti scientifici, come il colpo presente sulla porta dell'alloggio dell'ex comandante di stazione di Arce e il segno sull'arcata sopraccigliare di Serena. Ci sarebbe, per la difesa Mottola, come già spiegato a febbraio scorso, una incoerenza fra l'altezza di Serena e il punto di rottura sulla porta, dove sarebbe stata sbattuta con la testa, che metterebbe in discussione l'intero impianto accusatorio della Procura. Sulla ricostruzione logica e cronologica sarebbero state rivalutate anche alcune testimonianze rese da due persone che avrebbero visto Serena al centro di Arce nel primissimo pomeriggio del primo giugno 2001.

LE ACCUSE E GLI INDAGATI
L'accusa, invece, sostiene che la 18enne alle 11.30 sia entrata in caserma, si sia diretta nell'alloggio di servizio del maresciallo da dove non sarebbe più uscita viva. Questi, però, sono solo alcuni aspetti portati in risalto dalla difesa dei principali indagati. Le indagini e gli accertamenti di parte avrebbero portato elementi di tale rilevanza da indurre il criminologo Lavorino a indire una conferenzA stampa. Ma in queste ore tutte le parti si preparano all'udienza preliminare dinanzi al Gup Domenico di Croce, davanti al quale mercoledì prossimo (13 novembre), si aprirà l'udienza filtro, prima dell'eventuale corte d'assise. Come parte civile sarà presente anche la famiglia del brigadiere Santino Tuzi, assistita dall'avvocato Elisa Castellucci. Parte offesa per il reato contestato all'ex luogotenente Vincenzo Quatrale, assistito dagli avvocati Paolo D'Arpino e Francesco Candido e per le contestazioni alla famiglia Mottola.

Per la Procura, l'ex luogotenente Quatrale in servizio ad Arce nel 2001, che risponde anche di concorso morale nell'omicidio contestato ai componenti della famiglia Mottola, avrebbe anche istigato Santino Tuzi, fino a portarlo al gesto estremo. Nel capo d'imputazione si parla di Pressioni psichiche. In un'intercettazione, in particolare, avrebbe invitato Tuzi, il quale rivelato ai pm di aver visto Serena entrare in caserma la mattina del primo giugno, di ritrattare. «I tuoi non ricordo mettono in mezzo ai pasticci chi stava con te», avrebbe detto Quatrale in un'intercettazione registrata l'8 aprile 2008, tre giorni prima del suicidio.
 
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