Foligno wild: in centro torna la civetta. Lipu Umbria fa il punto

Foligno, l'esemplare di civetta appollaiata in cetro a Foligno tra Cattedrale e Comune
di Giovanni Camirri
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Mercoledì 6 Novembre 2019, 15:25
FOLIGNO - «Alla scoperta dell’ambiente urbano. Facciamo il punto sulla Foligno Wild». A lanciare lo spunto, carico di approfondimenti, attraverso Il Messaggero è Alfiero Pepponi, presidente regionale di Lipu Umbria.  «Il quadro dell’avifauna nella nostra città - sottolinea Pepponi - appare dinamico ed in trasformazione: le specie che un tempo erano tipiche dei campi nelle periferie, quali l’Allodola, il Saltimpalo, l’Averla piccola, il Cardellino, sono diminuite fortemente negli ultimi 20 anni (- 35 / - 41%) a causa del consumo di suolo provocato dall’espansione urbana (nuovi quartieri, centri commerciali e infrastrutture). Anche i passeri (Passera d’Italia e Passera oltremontana) che fino a qualche decina di anni fa erano abbondanti nelle città, appaiono in netto calo in tutta Europa. Al contrario, vi sono specie che stanno vivendo una fase di grande successo. Tra esse il Colombaccio, la Gazza, la Taccola e la Cornacchia grigia che sono abili a sfruttare ciò che trovano in città, sia in fatto di cibo disponibile che di siti dove costruire i nidi». «A Foligno - prosegue - abbiamo presenze di specie selvatiche che non ci aspetteremo di incontrare come il Falco pellegrino, abituale frequentatore della lanterna della Cattedrale di San Feliciano che utilizza come posatoio per consumare i piccioni che cattura con grande abilità ed il Gheppio, che vediamo sempre più frequentemente, tra i rapaci diurni, la Civetta (che al tramonto canta sui tetti del centro storico per poi dedicarsi alla caccia) e l’Assiolo (che oramai ha raggiunto i siti africani dove sverna) tra i notturni; anche tra i piccoli passeriformi, dal piumaggio coloratissimo, ci sono molte specie che preferiscono l’ambiente urbano dal Codirosso sia il comune che lo spazzacamino alle confidentissime e coloratissime cince alle capinere al Merlo dal melodioso canto ed in questo periodo possiamo incontrare il prepotente Pettirosso frequentatore dei nostri giardini e gli storni, numerosissimi in questo periodo migratorio, che utilizzano le aree verdi od anche le strutture antropiche come dormitorio e tanti altri, per finire a tutte le specie che frequentano il fiume Topino (Airone cenerino, Airone bianco maggiore, anatre e tanti altri piccoli amici alati dalle cutrettole al Beccamoschino)». «Sarebbe interessante e produttivo - ricorda il presidente di Lipu Umbria - approfondire queste osservazioni con la realizzazione di un atlante ornitologico urbano, che tra l’altro l’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione Ambientale del Ministero dell’Ambiente, ha inserito tra gli indicatori del Rapporto qualità ambiente urbano, che non è utile soltanto per promuovere la cultura ecologica e le attività ricreative come il birdwatching, ma anche per migliorare la gestione del verde urbano (dove restano delle criticità da superare, quali gli abbattimenti eccessivi di alberi e le potature drastiche) e per promuovere una pianificazione urbanistica ecologica e - conclude - sostenibile». 
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