Movida violenta, quindici contro uno: promessa 17enne del basket rischia di perdere un occhio

Pescara, via Piave
di Paolo Vercesi
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Lunedì 4 Novembre 2019, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 17:07

Aveva trascorso una bella serata nelle strade della movida del centro di Pescara. Fino a mezzanotte la mamma era stata con lui: «Ci vediamo a casa» si erano detti, salutandosi. Un’ora e mezza dopo è stata la sorella, con una telefonata, a scoprire il dramma. Madre e figlio si sono rivisti in ospedale, reparto maxillo facciale. «Mio figlio di 17 anni è stato pestato dal branco, in 15 lo hanno circondato e massacrato di botte. Lo hanno visto alto e atletico, lui è un giovane talento del basket, lo hanno spinto a terra e hanno continuato a colpirlo a calci: gli sono state riscontrate alcune microfratture ma preoccupa soprattutto una grave lesione all’occhio sinistro per la quale dovrà essere operato e gli dovranno impiantare una piastra al titanio». E’ la cronaca dell’episodio di violenza avvenuto l’altra notte in via Piave. Una zona di grande richiamo per il popolo della notte, dove al divertimento segue però troppo spesso lo sballo con gli effetti più devastanti.

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A farne le spese stavolta è stato un minorenne che era in compagnia della fidanzatina e di qualche amico. Non è chiaro cosa abbia scatenato il pestaggio: secondo una versione, il giovane avrebbe difeso la sua ragazza fatta oggetto di uno sgradevole apprezzamento; o forse è intervenuto per fermare un’altra lite e ha finito per diventare lui il bersaglio della furia del branco. Quindici contro uno. Da sabato notte Davide, nome di fantasia, è in ospedale con il volto tumefatto. «Non parla. E’ spaventato. I medici gli hanno diagnosticato la frattura del pavimento orbitale dell’occhio sinistro e dovrà essere operato quando le sue condizioni lo consentiranno» dicono la mamma e il papà, sconcertati per l’accaduto.

«Ormai episodi di violenza nella zona della movida sono all’ordine del giorno e la polizia quando serve non c’è mai, sono arrabbiatissima» dice ancora la mamma, che ieri ha fatto la spola tra casa e ospedale per accudire il suo ragazzo. In verità, stando al racconto di chi c’era, la polizia l’altra sera non sarebbe stata chiamata e neppure il 118: sono stati gli amici ad accompagnare Davide in ospedale, «perdeva molto sangue dal volto, si sono spaventati e lo hanno portato in motorino al Pronto soccorso» ha raccontato un altro parente.
I genitori sperano che il ragazzo si riprenda presto e bene, che possa tornare a scuola e sul parquet. Ma chiedono anche giustizia: «Andrò a denunciare il fatto alla caserma dei carabinieri» ha detto ieri la mamma, pronta a fornire dettagli decisivi per il buon esito delle indagini: «Conosco i nomi di chi ha aggredito mio figlio e li riferirò ai carabinieri. Spero proprio che li prendano tutti».

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