Quando parola e materia sposano l'arte: folla di amici alla mostra di Moccia e Caminiti

Federico Moccia e Alex Caminiti all'opera
di Barbara Carbone
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Lunedì 4 Novembre 2019, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 12:20

E’ un inedito omaggio a Roma la mostra dal titolo “Roma d’Amor Confuso” Parola e Materia in esposizione da oggi al Macro Museo d’arte contemporanea nata dal sodalizio tra il regista e scrittore Federico Moccia e l’eclettico artista messinese Alex Caminiti. Due “maestri” su tela e su carta, due narratori di vita straordinari che hanno deciso di unire suggestioni e ispirazioni in un progetto che esaltasse le caratteristiche di entrambi divenendo cornice per nuove possibilità espressive. «Io e Alex ci siamo incontrati in Perù e abbiamo deciso di fare qualcosa per Roma – ha raccontato Moccia- Qualcosa in grado di provocare e interessare. La situazione di Roma è quella che è e il nostro esperimento vuole essere un gesto d’amore verso la città eterna». Ad ammirare le opere dei due artisti famosi nel mondo tanti amici e personaggi noti dello spettacolo e della cultura: le elegantissime Fanny Cadeo e Monica Setta, Carmen Russo e Enzo Paolo Turchi con la loro adorata figlia Maria, l’ideatore di Tennis&Friends Giorgio Meneschincheri insieme all’esperta di comunicazione Carola Assumma e tanti altri.
L’arte può cambiare il mondo? Secondo Moccia e Caminiti si perché chiunque resti colpito da un’opera trasforma il suo modo di pensare e di agire e questo si riflette sugli altri. «L’arte può cambiare il mondo perché cambia noi- ha detto l’ideatore dei lucchetti dell’amore di Ponte Milvio- Il suo compito nel XXI secolo è di indagare sulle contraddizioni di una società spaccata a metà e che nonostante tutte le difficoltà e le disparità ha ancora speranze, prospettive, orizzonti». Nasce come una provocazione il percorso, “Roma d’Amor Con-fuso”, una scommessa che ruota attorno al concetto di fusione, in un contenitore nato dalle reciproche ispirazioni, in cui i sensi si mischiano per fare un omaggio alla Capitale. «Io so disegnare mondi solo attraverso le lettere delle parole che scelgo nelle mie narrazioni- ha detto Moccia- Alex usa il colore, il segno, lo spazio e la materia come un demiurgo gentile e sensibile e con quelli narra la realtà. A modo nostro abbiamo cercato di dare una valenza civile al nostro lavoro insieme e farne un grido di ribellione. Le opere di Alex Caminiti si legano alle mie parole in un gioco di specchi e rimandi. Siamo due narratori di vita e Roma, città complessa e suggestiva, contraddittoria e magnifica, fulcro di storia e tradizioni, motore eterno di civiltà, diventa spunto e Musa per comunicare e creare nuovi interrogativi sul presente». Parole e materia unite da un profondo amore per Roma che seppur maltrattata e male amministrata, resta la città più bella del mondo.

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