Concerti a Roma: da Nek ad Antonio Sanchez, dai Jethro Tull a Dave Holland, Azimuth e McKee

Nek
di Fabrizio Zampa
28 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Novembre 2019, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 16:03

LUNEDI’ 4 NOVEMBRE
 
 
Musica/La Buona Novella di De Andrè in scena al Ghione
 
«C’è un uomo che duemila anni fa ha combattuto contro gli abusi del potere, contro i soprusi, contro le ingiustizie, in nome di un egualitarismo e di una fratellanza universale che in seguito avrebbero illuminato il mondo. Si chiamava Gesù di Nazareth e per me è stato ed è rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi»: così Fabrizio De André riassumeva “La Buona Novella”, l’intenso e toccante concept album che aveva inciso nel lontano 1969 lavorando con Giampiero Reverberi e raccogliendo, lui che è sempre stato il difensore delle minoranze, mille frammenti di Vangeli apocrifi ma estremamente umani scritti da laici armeni, bizantini e greci. In quell’epoca di contestazione il disco era troppo avanti, e infatti fu considerato anacronistico dal pubblico giovane, che non ne capì il senso né le allegorie.
 

 


Ma oggi, mezzo secolo dopo, visto quello che succede nel nostro mondo, “La Buona Novella” ha tutto l’impatto necessario e torna in scena per due repliche al teatro Ghione, in un progetto con Carlo Simoni  e il Coro Polifonico Malatestiano di Fano diretto da Francesco Santini, in una rielaborazione di Lorenzo Donati per voce solista, strumenti e coro, con la regia di Simoni. La voce di Fabrizio De André, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, continua ad essere attuale per la sua carica di denuncia sociale e il potere di far emergere verità scomode, a volte imbarazzanti. I suoi testi fanno conoscere le ragioni, le passioni, le contraddizioni sofferte ma vissute con estrema dignità del popolo degli emarginati, dei perdenti, ognuno però rivalutato per l’unicità del proprio destino, e i suoi protagonisti sono uomini in carne ed ossa pieni di umanità. De Andrè fa parlare i derelitti, i diseredati che, due millenni fa, nella vita e nella morte di quell’uomo hanno trovato una speranza.
Teatro Ghione, via delle Fornaci 37, stasera e domani, ore 21
 
 
Jazz/Al Parco, dal Messico, la batteria anti-Trump di Antonio Sanchez
 
Il batterista Antonio Sanchez, Città del Messico, annata 1971, è una vera star del jazz non solo americano ma internazionale, e ha tutte le carte in regola: ha studiato in conservatorio e poi al Berklee College of Music di Boston, ha cominciato con l’Orchestra United Nation di Dizzy Gillespie, fa parte da anni della band del chitarrista Pat Metheny, ha vinto un Grammy, ha suonato con musicisti come Chick Corea, Chris Potter, David Sánchez e Scott Colley, sul palco ha tetnica e energia da vendere e vive a New York.
Ma fra i suoi tanti pregi c’è la battaglia contro le politiche del presidente Donald Trump: il batterista ha infatti dedicato il suo ultimo lavoro discografico “Lines in the Sands” al tema della immigrazione come risposta a Trump e al suo famigerato muro anti-immigrati, già eretto a Tijuana, sul confine tra la California e il Messico, e in altre zone. Alla guida del quintetto Migration (con la vocalist Thana Alexa, il sassofonista David Chase Baird, il tastierista John Escreet e il contrabbassista Orlando Le Fleming) il musicista ha composto un lavoro dal netto contenuto politico: tre brani incastonati fra due suite di oltre venti minuti ciascuna, dove malinconia, forza e speranza sono in perfetto equilibrio. Punto di riferimento per i batteristi di tutto il mondo, Sanchez è stato celebrato nel 2015 per la strepitosa colonna sonora del film premio Oscar “Birdman” del regista connazionale Alejandro González Iñárritu. Che volete di più?
Parco della Musica, Sala Petrassi, ore 21
 
 
Musica/Al Parco le chitarre di Andy McKee, re del fingerpicking
 
Tra i migliori chitarristi acustici al mondo, Andy McKee, 40 anni, da Topeka, Kansas, torna in Italia. Solista tecnicamente formidabile, genio del fingerpicking (la capacità di suonare senza il plettro ma pizzicando le corde), McKee è un artista dall’energia implacabile, che suona con una grande attenzione per la struttura dei brani e per il contenuto melodico. Capace di catturare sia l’occhio che l’orecchio, trasforma la sua chitarra in un’orchestra completa usando accordature alterate, tapping, colpi percussivi. Su Youtube i suoi video sono vere lezioni che raggiungono milioni e milioni di spettatori. E se volete dà addirittura lezioni di chitarra online.
Parco della Musica, Teatro Studio Borgna, ore 21
 
 
Cantautori/Francesco Renga, ultima data al Parco con “L’altra metà”
 
Quarta e ultima data di Francesco Renga con “L’altra metà”, il nuovo e ottavo album di inediti, che per lui rappresenta l’altra metà della vita, della storia, della sua musica. «E’ il frutto di oltre 35 anni di lavoro, di ricerca, di passione, d’amore, di vita spesa a cercare di raccontare e raccontarmi attraverso la musica e le parole, attraverso la mia voce. Ho scritto insieme a moltissimi giovani autori, musicisti e artisti perché avevo bisogno di trovare il linguaggio giusto per riuscire a parlare nelle canzoni anche ai miei figli. È questo, credo, il miglior pregio del disco: canzoni, parole e musica che riescono a raccontare la vita che mi attraversa e che, a sua volta, è attraversata dallo sguardo di un uomo di cinquant’anni».
Parco della Musica, Sala Santa Cecilia, ore 21
 
 
Jazz/Pregoni e Nunzi, un profumo improvvisato dalla musica
 
Con il progetto "The Mind Restaurant"  Angelo Orazio Pregoni, profumiere, scrittore e art maker, promuove la sua AOP (Arte Olfattoria Percettiva) interagendo con la band del trombettista Massimo Nunzi: Domenico Sanna al piano, Michele Tino al sax alto, Piersimone Crinelli al sax baritono e Jacopo Ferrazza al contrabbasso. L’obiettivo è creare un profumo «strisciando accordi con essenze alchemiche, toccando tasti di percezioni olfattive atipiche con distillati rielaborati e vibrando scie armoniche nell’aria con fumi invisibili». La sua è un’improvvisazione tipica del jazz: come un membro dell’orchestra, Pregoni si muoverà in scena tra suoni silenziosi ma olfattivi, tra ampolle e filtri, per improvvisare note profumate. La sua azione non coinvolgerà soltanto il pubblico ma influenzerà l’intera band, e a sua volta sarà suggestionata dalle note di ogni singolo membro. A fine concerto tutti potranno sperimentare sulla pelle il neonato profumo.
Alexanderplatz, via Ostia 9,ore 22
 
 
MARTEDI’ 5 NOVEMBRE
 
 
Jazz/Dalla Malesia il basso di Linda May Han Oh
 
Per il Roma Jazz Festival arriva la contrabbassista malese Linda May Han Oh, in quartetto con il pianista Fabian Almazan, il sassofono di Will Vinson, la chitarra di Matthew Stevens e la batteria di Eric Doob. Linda, influenzata da Charles Mingus e da Meshell Ndegeocello, offre un jazz rigoroso, contemporaneo ma di moderata avanguardia, che respira l'energia della città dove ora risiede, New York. Nata in Malesia e cresciuta in Australia, ha suonato con musicisti come Joe Lovano, Steve Wilson, Vijay Iyer, Dave Douglas, Kenny Barron, Geri Allen, Fabian Almazan, Terri Lyne Carringtone e Pat Metheny. Nella performance romana con la sua band c’è il  Quartetto Artemisia, ovvero Vanessa Cremaschi e Plamena Krumova (violini), Roberta Palmigiani (viola) e Giovanna Famulari (violoncello).
Parco della Musica, Sala Petrassi, ore 21
 
 
Jazz/Susanna Stivali, omaggio a Wayne Shorter con “Going for the Unknown”
 
Nuovo progetto della vocalist e compositrice Susanna Stivali: un omaggio alla musica e al genio di Wayne Shorter, il sassofonista americano che più rappresenta l'evoluzione del jazz degli anni '50 fino ad oggi. “Going for the unknown” è una frase di Shorter che rispecchia la sua poetica e fa da titolo per questo lavoro che è riproposizione ma anche ricerca di nuovi spunti partendo dalla sua scrittura moderna, legata alle radici, sintetica. La voce è uno strumento che cerca interazione con gli altri strumenti, restando allo stesso tempo un potente tramite di narrazione, e Susanna ha scritto i testi in tre lingue diverse, inglese, italiano e portoghese. Con lei (voce e elettronica) ci sono Alessandro Gwis (piano e elettronica), Daniele Sorrentino (contrabbasso), Marco Valeri (batteria) e come special guest Massimo Morganti al trombone e all’elettronica.
Alexanderplatz, via Ostia 9, ore 22
 
 
Brasile/Aquarela do Jazz con Ciunna e Burgio all’Elegance Cafè
 
“Aquarela do Jazz” è il duo formato da Manuela Ciunna (voce, chitarra e pandeiro) e da Seby Burgio (pianoforte, rebolo e tambourine), uniti da due grandi passioni, il jazz e la musica brasiliana. Dopo diversi viaggi tra New York e Rio de Janeiro per approfondire le basi, i due hanno dato molti concerti in Italia ma anche a Rio (nel 2011 e nel 2019 insieme a Ana Costa), a Tel Aviv e Gerusalemme (per l’International Jazz Day) e così via. Il repertorio va dagli standard più noti del jazz, alla Música Popular Brasileira, e ai classici della bossanova, toccando i suoi più importanti interpreti e compositori, insieme ai brani inediti scritti dai  due artisti.
Elegance Cafè, via Francesco Carletti 5, ore 21.30
 
 
Blues/Andy Corner, Andrea Angelini al Charity Cafè
 
Il vocalist, chitarrista e armonicista Andrea Angelini, in arte Andy’s Corner, replica tutti i martedì il suo progetto solista acustico: una sintesi di varii generi e influenze, un viaggio nella migliore musica anglo-americana degli anni ’60 e ’70, dal blues al rock, al folk al soul.
Charity Cafè, via Panisperna 68, ore 22
 
 
MERCOLEDI’ 6 NOVEMBRE
 
 
Jazz/Il contrabbasso di Dave Holland al Roma Jazz Festival
 
Il contrabbassista inglese Dave Holland è un pezzo di storia del jazz, e basta raccontare i protagonisti del suo arrivo a New York di tanti anni fa per capire a che livello siamo. Miles Davis, a Londra, nel 1968 lo sentì suonare al club Ronnie Scott e lo invitò a far parte della sua band. Davis lasciò l'Inghilterra prima che Holland potesse parlargli, ma dopo due settimane il bassista ricevette una telefonata che gli dava tre giorni di tempo per raggiungere New York dove l'aspettava un ingaggio nel night club di Count Basie. Arrivò la sera prima, ospite del batterista Jack DeJohnette, e il giorno dopo il pianista Herbie Hancock lo accompagnò al locale, dove prese il via la sua collaborazone con il leggendario trombettista che andò avanti per un paio d'anni lasciando due splendidi album, "In a Silent Way" e "Bitches Brew". Oggi il suo Crosscurrents Trio ridefinisce i contorni del jazz moderno, mescolandolo con la musica indiana.
Holland ha suonato con tutti i big, da Stan Getz a Chick Corea, Hancock, Anthony Braxton, Sam Rivers, John Abercrombie, e adesso è insieme al compositore e percussionista indiano Zakir Hussain (maestro di tabla, strumento fondamentale nel subcontinente indiano) e al compositore e sassofonista Chris Potter, americano di Chicago. Serata da non perdere.
Parco della Musica, Sala Petrassi, ore 21
 
 
Brasile/Con Susanna il progetto “Caro Chico” all’Alexanderplatz
 
“Caro Chico” è l’ultimo progetto discografico di Susanna Stivali, un album registrato tra Italia e Brasile che rende omaggio al compositore e cantautore Chico Buarque de Hollanda, musicista che ha alle spalle un enorme repertorio e del quale la vocalist rilegge e traduce in jazz le canzoni più belle. Chico è un poeta, un compositore colto e popolare, un grande autore di testi, e il linguaggio jazzistico da cui parte Susanna diventa un mezzo per reinterpretare tutte le sue anime con uno sguardo che viene da lontano. Con lei (voce e elettronica) sono sul palco Alessandro Gwis (piano e elettronica), Marco Siniscalco (contrabbasso) e Marco Valeri (batteria), per un incontro tra due culture musicali diverse che si sono spesso incontrate nella musica di Buarque.
Alexanderplatz, via Ostia 9, ore 22
 
 
Musica/Zac Soul Funk Quartet in concerto al Big Mama

 
Esordio al Big Mama del Zac Soul Funk Quartet, nuova formazione guidata dal batterista Ezio Zaccagnini che punta su un repertorio di grande e ampio respiro, dai classici della musica soul a sonorità più robuste di estrazione funk, fino ad atmosfere di chiara matrice jazzy. In scaletta, quindi, brani di Marvin Gaye, Joni Mitchell, Tina Turner, Jill Scott, Stevie Wonder, Dee Dee Bridgewater, Nina Simone, George Benson. Il batterista e percussionista napoletano ha investito parecchio tempo nello studio della dinamica e del suono, dell’articolazione e degli aspetti timbrici di molti strumenti a percussione. Ha suonato e inciso con una lunga serie di artisti italiani e stranieri, oltre ad aver preso parte a decine di festival, tour, produzioni televisive e persino l’opera lirica, e con lui stasera ci sono la vocalist Mimma Pisto, il chitarrista Alfredo Bochicchio e il contrabbassista Luca Pirozzi.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22
 
 
Blues/Jam session al Charity Cafè con la band di Libero Benedetti
 
Jam session all’insegna del blues, stasera, per gli appuntamenti di Blues Jam & Friends: apre la band del vocalist e chitarrista Libero Benedetti, con Giuseppe Prosperi all’armonica, Marco Amarelli al contrabbasso e Luca Masotti alla batteria. Come vi ricordiamo ogni settimana, ospiti e musicisti appassionati di blues sono invitati a salire sul palco e intervenire.
Charity Cafè, via Panisperna 68, ore 22
 
 
Musica/Monica Gilardi canta Julie London all’Elegance Cafè
 
“Julie Was Her Name” è l’album e il tributo della vocalist Monica Gilardi alla cantante americana Julie London (scomparsa nel 2000) della quale interpreta alcuni successi con Filippo Delogu alla chitarra e Marco Loddo al contrabbasso. Uno dei brani più celebri di Julie London fu “Cry me a river”, ballad inserita nelle colonne sonore di alcuni film, e le sue canzoni, pezzi morbidi e sentimentali di autori come Cole Porter, Rodgers and Hart, George Gershwin, Duke Ellington, devono molto ai suoi primi dischi, incisi con il grande chitarrista Barney Kessel e il bassista Ray Leatherwood.
Elegance Cafè, via Francesco Carletti 5, ore 22
 
 
GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE 
 
 
Rock/I Jethro Tull in concerto al Parco della Musica
 
Sono on the road da oltre mezzo secolo: i Jethro Tull hanno debuttato il 2 febbraio del 1968 al famoso Marquee Club di Londra, la band ha alle spalle più di 65 milioni di dischi venduti e più di 3.000 concerti in  40 diversi paesi. Per gli appassionati di progressive rock è l'occasione di ritrovare e ascoltare dal vivo brani storici come “Aqualung”, “Thick as a Brick”, “Locomotive Breath”, “Bouree”, “Driving Song”, “My God”, “Pussy Willow”, “Bungle In The Jungle” e così via.
I Jethro (oggi sono Ian Anderson al flauto, mandolino, armonica, voce, John O'Hara alle tastiere, Florian Opahle alla chitarra, David Goodier al basso e Scott Hammond alla batteria) mescolavano al rock il blues, il jazz e i sapori della musica classica, e sono diventati famosi grazie una ricetta insolita, che a fine anni Sessanta offriva come protagonista un flauto anzichè le solite chitarre elettriche che impazzavano dappertutto. «Sono molto orgoglioso di poter suonare la mia musica in ogni parte del mondo davanti a un pubblico variegato come quello che ha la nostra band, senza che ci siano barriere culturali, religiose, generazionali - dice Ian Anderson. – La musica riesce a superare tutti quei confini che spesso la politica e i politici non sanno oltrepassare, e questo ci rende molto felici». Attenzione, sta per uscire un nuovo album della band, “The Ballad of Jethro Tull”.
Parco della Musica, Sala Santa Cecilia, ore 21
 
 
Brasile/Il jazz funk degli Azimuth in concerto al Monk
 
Gli Azymuth (il tastierista Kiko Continentino, il bassista Alex Malheiros e il percussionista Ivan Conti) si sono formati a Rio de Janeiro nel 1968, distinguendosi subito per un sound nuovo che univa il jazz-funk alla samba, dando vita ad un vero e proprio genere che prese il nome di “samba doido”, come dire samba pazza. Nei loro cinquant’anni di carriera hanno registrato più di 30 album e con il loro ultimo disco “Fênix” hanno dato l’ennesima prova del loro talento: è un mix di inediti, registrati tra il 1973 e il 1975 nello studio dello storico tastierista della band Jose Roberto Bertrami. In scaletta accanto ai loro classici come “Jazz Carnival”, “Dear Limmertz” e “Partido Alto”, gli Azymuth suoneranno per la prima volta quei loro inediti. Lo show dal vivo del trio è un viaggio lungo l’intero spettro del loro funk espressionista dai colori brillanti, con tutta l’energia che ci si aspetterebbe dalla più grande orchestra del mondi fatta da tre soli uomini.
Monk Club, via Giuseppe Mirri 35, ore 22
 
 
Brasile/Al Cotton Club il quintetto Bossanova Connection
 
Serata all’insegna del Brasile e della bossanova, con precisi riferimenti agli storici album di Joao Gilberto e di Stan Getz e a tutta la musica di Antonio Carlos Jobim, Vinicius De Moraes, Toquinho, Caetano Veloso, Joao Bosco, Marcos Valle e via di questo passo. In Italia non ci sono molti interpreti di bossanova, ma il vocalist e chitarrista Giulio Verdecchia vi porterà per mano e con dolcezza a rivivere le sue raffinate atmosfere, con Stefano Di Grigoli al sax tenore, Paolo Lurich al pianoforte, Renato Gattone al contrabbasso e Lucio Turco alla batteria.
Cotton Club, via Bellinzona 2, ore 22
 
 
Jazz/Rita Marcotulli trio, alla Casa un tributo a Dewey Redman


S’intitolano “Jazz is not dead”, sottotitolo “Remembering Dewey Redman”, il tributo e l’album che la pianista Rita Marcotulli, con Martin Wind al contrabbasso e Matt Wilson alla batteria, dedica al sassofonista texano Dewey Redman, scomparso nel 2006 e nel cui quartetto degli anni 90 suonavano lei e Wilson. L’idea, nata a "Ancona Jazz", era di produrre un disco in vinile puro per audiofili dedicato alla figura del grande sassofonista. I tre hanno subito trovato una poetica che legava i momenti solistici al servizio di impianti melodici e armonici. Martin Wind e Matt Wilson sono una coppia affiatatissima, sia nella formula del trio che alla testa di gruppi modernissimi ma insieme rispettosi della tradizione.
Casa del Jazz, viale di Porta Ardeatina 55, ore 21
 
 
Canzone d’autore/Genti Diverse, tutto De Andrè al Big Mama
 
Un viaggio nelle canzoni di Fabrizio De Andrè, dai primi album allo splendido "Anime Salve", con gli arrangiamenti fedeli agli originali, compresi i brani dello storico tour che il cantautore fece con la PFM nel 1979: lo offre la band romana Genti Diverse, on the road dal 2011. Sono in tanti: il vocalist Dodo Versino, la flautista Francesca Colucci, il violinista Alessandro Gilardi, Fabio Frapparelli al corno e tromba, i chitarristi Luca D’Afflisio e Giuseppe Molino, il tastierista e flautista Filippo Stefanelli, il bassista Giacomo Nardelli e il batterista Paolo Volpini, e rileggono molto bene, con rispetto e con passione, brani che sono ancora oggi una parte fondamentale della grande canzone d’autore. Gli arrangiamenti sono quasi tutti ispirati ai concerti che De André ha fatto nella sua lunga carriera.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22
 
 
Jazz/All’Alexanderplatz festa per il bassista Giorgio Rosciglione
 
Oggi è il compleanno di Giorgio Rosciglione, uno dei contrabbassisti più presenti e amati nel jazz romano e non solo. Per il “Giorgio Rosciglione B-Day” si riuniscono tanti amici e musicisti per fare musica e divertirsi insieme. con la base del trio formato dal pianista Riccardo Biseo, dal bassista Dario Rosciglione e dal batterista Gegè Munari. Mille auguri all'inossidabile Giorgio.
Alexanderplatz, via Ostia 9, ore 22
 
 
Fusion/Da Nu Jazz Quartet all’Elegance con Frances Ascione
 
Smooth jazz, una fusion tra jazz, funk, soul e rhythm & blues: è la scelta del Da Nu Jazz Quartet, cioè il sassofonista Costantino Ladisa, il pianista e tastierista Antonio Iammarino, il bassista Francesco Puglisi  e il batterista Andy Bartolucci, che stasera hanno come special guest la vocalist californiana Frances Ascione, ospite frequente del programma di Luca Barbarossa "Radio2 Social Club". In repertorio c’è di tutto, dalle composizioni di Herbie Hancock, Grover Washington, David Sanborn, Dave Grusin, George Duke, Maceo Parker, Yellowjackets, agli arrangiamenti di classici della soul music di Michael Jackson, Marvin Gaye, Stevie Wonder, Gloria Gaynor e così via.
Elegance Cafè, via Francesco Carletti 5, ore 21.30
 
 
Jazz/Al Charity Elena Paparusso presenta “Inner Nature”
 
Per gli appuntamenti di “Jazz Voice” Elena Paparusso presenta il suo disco d’esordio ”Inner Nature”, un percorso scritto tra pagine autografe e dediche speciali ad alcune delle sue più grandi fonti d'ispirazione letterarie e musicali, da Bjork a Wayne Shorter o a Kurt Weill. L’idea è di creare attraverso i suoi brani originali nuovi mondi apparentemente lontani ma che si riavvicinano, fra tradizione e sound contemporaneo, rispettando la forma canzone in tutte le varie sfaccettature. Con la vocalist e compositrice suonano il chitarrista Francesco Poeti, Giuseppe Romagnoli al contrabbasso e Fabio Sasso alla batteria.
Charity Cafè, via Panisperna 68, ore 22
 
 
VENERDI’ 8 NOVEMBRE 
 
 
Rock/Nek al Parco della Musica con “Il mio gioco preferito”
 
Nel suo album “Il mio gioco preferito – parte prima”, uscito a maggio, Nek ha voluto meno elettronica, un mondo sonoro fortemente umano, una batteria vera, più chitarre, meno sintetizzatori, meno tastiere, meno grooves, e adesso che è in tour europeo per presentarlo dal vivo punta sull’essenzialità degli strumenti, insomma su principii più da buon vecchio e consumato rocker, come quelli che lo orientarono dieci anni fa nel tour per il cd “Un’altra direzione”. Filippo Neviani, 47 anni, emiliano di Sassuolo (come Caterina Caselli e Pierangelo Bertoli), ha persino rifiutato di mettere una sua foto sulla copertina del disco, dove trionfa un cubo di Rubik. «E’ un disco che parla di me – spiega. - Volevo un’immagine che rappresentasse il titolo, e quindi la prima cosa che mi è venuta in mente è stato il cubo. L’ho fatto perché la vita è fatta di incastri, devi pensare e lavorarci molto per far quadrare il tutto, e non sempre ci si riesce». E aggiunge che «il disco non è completo perché questa è solo la prima parte: magari nella seconda, che arriverà presto, il discorso si completerà definitivamente».
In scaletta troverete i numerosi hit dei venticinque anni di carriera, da “Laura non c’è” a “Se io non avessi te”, nonché i brani del nuovo album, e al suo fianco c’è la band foprmata da Emiliano Fantuzzi (chitarre e tastiere), Max Elli (chitarre), Silvia Ottanà (basso e synth) e Luciano Galloni (batteria).
Parcvo della Musica, Sala Santa Cecvilia, ore 21
 
 
Rap/La doppia anima di Lazza con “Re Mida” all’Orion
 
Lazza, all’anagrafe Jacopo Lazzarini, milanese, 25 anni, è un rapper dalla doppia anima e dalla carriera breve ma ricca: nel 2018 ha inciso “Zzala”, “Porto Cervo” (prodotto con Low Kidd, vede anche la cantautrice Dolcenera e sfiora i 30 milioni di streaming), a gennaio 2019 collabora con Guè Pequeno su “Gucci Ski Mask”, il singolo che anticipa l’uscita di “Re Mida” realizzato con la collaborazione di Tedua, Izi, Fabri Fibra, Luchè e Kaydy Cain. E' un duplice album che Lazza, in equilibrio fra tastiere elettroniche e pianoforte, ha pubblicato come tributo alla sua doppia anima, quella di rapper e quella di musicista nonchè pianista diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Si tratta quindi di due dischi: “Re Mida (Aurum)” e “Re Mida (Piano Solo)”: il primo è ricco di inediti e collaborazioni, il secondo è una rilettura del primo con arrangiamenti dello stesso rapper e il pianoforte in bella evidenza. Non possiamo non citare una sua frase che spiega molte situazioni: «Mi rendo sempre più conto che la gente, quando non capisce, si limita a odiare».
Orion Live Club, viale J.F. Kennedy 52, ore 21.30
 
 
Jazz/Nicola Mingo al Charity con l’album “Blues Travel”
 
Il chitarrista napoletano Nicola Mingo e il suo quartetto rievocano un sound e un modo di fare jazz che si usava negli anni ’50 e ’60, quando nacque la storica etichetta Blue Note, e il nuovo album “Blues Travel”, che viene riproposto stasera dal vivo, come dice il titolo è un viaggio nel blues, non inteso in senso comune ma nel suo significato strutturale: ogni brano rappresenta un modo particolare di intendere il blues (da pezzi di Harold Mabern, Kenny Dorham, Kurt Weill a quelli di chitarristi come Wes Montgomery, Joe Pass e George Benson) a composizioni originali di Mingo ispirate al Blue Note Sound con dediche ad Art Blakey, Freddie Hubbard, Wes Montgomery, Joe Pass e al nostro bluesman Pino Daniele.  E’ un disco raffinato e di alto livello, e con Mingo suonano tre musicisti doc: sono Leonardo Borghi al pianoforte, Giorgio Rosciglione al contrabbasso e Gegè Munari alla batteria.
Charity Cafè, via Panisperna 68, ore 22
 
 
Jazz/Cinzia Tedesco, “My Jazz Way” all’Alexanderplatz
 
La vocalist Cinzia Tedesco, pugliese ma ormai romana d’adozione, ha una carriera ricca di esperienze, e stasera, in quartetto con il pianista Stefano Sabatini, Luca Pirozzi al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria, presenta “My Jazz Way”, un viaggio nelle numerose avventure che ha avuto nella musica, dalle sue reinterpretazioni in jazz delle composizioni di Giuseppe Verdi a quelle di Bob Dylan, con un’anteprima del suo nuovo album “Mister Puccini”, in uscita in questi giorni. E’ un disco nel quale rilegge i capolavori di Giacomo Puccini, da “Recondita armonia” a ritmo di swing a “E lucean le stelle” in versione habanera con il sassofono di Javier Girotto, da “Quando men vo” dalla Bohème in tempo dispari e non nel classico 4 quarti a “Vissi d’arte” con la fisarmonica di Antonello Salis e a “Che gelida manina” con la tromba di Fabio Boltro, il tutto con gli arrangiamenti di Pino Jodice.
Alexanderplatz, via Ostia 9, ore 22
 
 
Jazz/Conosci Mia Cugina, swing made in Italy in concerto all’Elegance
 
Conosci mia cugina” è una vecchia canzone made in Italy (la cantava una vita fa Ernesto Bonino) ma anche il nome del gruppo swing formato da tre giovani musicisti, la vocalist Federica D’Andrea, il pianista Davide Annecchiarico e il contrabbassista Giuseppe Civiletti, che tre anni fa si sono uniti, spinti dalla passione per il jazz europeo e dalla voglia di recuperare brani della musica swing italiana e americana degli anni ’50. Adesso sono diventati una band di sette musicisti, con il sassofonista Patrizio Destriere, il trombettista  Pietro Gioia, il chitarrista Fabrizio Guarino e il batterista Mariano Gatta. Molto divertenti.
Elegance Cafè, via Francesco Carletti 5, ore 22
 
 
Jazz/Mafalda Minnozzi alla Casa fra bossanova e improvvisazione
 
S’intitola "Sensorial Portraits in Bossa and Jazz" l’album che la vocalist Mafalda Minnozzi dedica a quella collaudatissima alchimia che lega il jazz e la bossanova. In sestetto con quattro eccellenti musicisti newyorkesi, il chitarrista Paul Ricci, il pianista John Di Martino, il contrabbassista Harvie S e il batterista Victor Jones, più il brasiliano Amoy Ribas alle percussioni, Minnozzi lascia ampio spazio a tutta la sua brasilianità, con sonorità esotiche e improvvisazioni che rileggono la bossa legandola al samba e alle sue radici più profonde, quelle nate in terra di Bahia.
Casa del Jazz, viale di Porta Ardeatina 55, ore 21
 
 
Soul/Alan Soul & Alanselzer in concerto al Big Mama
 
Gli Alanselzer sono la band che affianca il vocalist Giulio Todrani, meglio noto come Alan Soul, nelle sue serate a base di soul, rhythm & blues, swing e funky. Nel loro ultimo disco, "Live @ Big Mama Vol.2", sono raccolti grandi successi di star della black music come Otis Redding, Ray Charles, Smokey Robinson, James Brown, Tom Jones e così via. Insieme a Todrani suonano Ferruccio Corsi (sax alto), Mirko Rinaldi (tromba), Alfredo Posillipo (trombone), Muzio Marcellini (piano e tastiere), Claudio Trippa (chitarra), Maurizio Meo (basso elettrico) e Stefano Parenti (batteria), tutti in gran forma.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22
 
 
Jazz/Red Pellini Quartet in concerto al Gregory
 
Il venerdì al club romano è in cartellone il sassofonista Red Pellini, oggi con il suo quartetto e un repertorio che ripropone il dixieland e il New Orleans sound, su arrangiamenti originali di Pellini. Esperto di jazz classico e di swing degli anni 1920-40, lo stile del musicista s’ispira ai fraseggi del sax di Lester Young e della cornetta del leggenario Bix Beiderbecke. Con lui suonano Alessio Magliari (piano), Guido Giacomini (contrabbasso) e Carlo Battisti (batteria).
Gregory, via Gregoriana 54a, ore 22
 
 
Jazz/Al Cotton doppio live con la big band di Emanuele Urso
 
Al Cotton Club, com’è ormai tradizione, il venerdì è di scena il re dello swing Emanuele Urso, clarinettista e batterista alla testa della sua band, in un viaggio ai tempi della Harlem degli anni 30 con arrangiamenti originali della Fletcher Henderson Orchestra. Urso ama il jazz della Swing Era, tra il 1935 e il 1945, del quale è uno dei maggiori cultori. La formazione vede al suo fianco il trombettista Lorenzo Soriano, il sassofonista Stefano Di Grigoli, il trombonista Nicola Fumarola, Adriano Urso al piano, Fabrizio Guarino alla chitarra, Stefano Napoli al contrabbasso, Giovanni Cicchirillo alla batteria e la vocalist Clara Simonoviez.
Cotton Club, via Bellinzona 22, ore 21.30 e ore 0.30
 
 
SABATO 9 NOVEMBRE 
 
 
Jazz/La Big Fat Orchestra con Ismaele Mbaye alla Casa
 
Per il Roma Jazz Festival arriva alla Casa la Big Fat Orchestra diretta dal trombonista e bassotubista Massimo Pirone, special guest il vocalist e percussionista africano Ismaele Mbaye. I musicisti dell’orchestra sono in tanti: tre trombe (Sergio Vitale, Antonio Padovano, Paolo Federici), due tromboni (Palmiro Delbrocco, Loredana Martone), cinque sassofoni (Gabriele Colarossi, Giorgio Guarini, Stefano Angeloni, Matteo Vumbaca, Adriano Piva), la chitarra di Francesco Sacchetti, la batteria di Armin Siros, il contrabbasso di Marco Piersanti, le voci di Linda Longo, Milena Cordeschi, Fabio Poli e Francesco Sofia. La formazione suona in prima assoluta la “Journey Suite”: sono composizioni e arrangiamenti originali, alla ricerca di un sound particolare che vuole ricreare e interpretare quelle atmosfere di malinconia, sofferenza e speranze che si manifestano nei viaggi alla ricerca di una salvezza. Il progetto è interamente dedicato a quelle persone che in balìa del mare affrontano un viaggio verso una nuova vita dovendo superare sacrifici spesso estremi pur di scappare da situazioni difficili, e il jazz è sempre stato una sintesi di questa diaspora globale, dove il poliritmo africano incontra le melodie arabe e la scala cromatica orientale.
Casa del Jazz, viale di Porta Ardeatina 55, oe 21
 
 
Jazz/Diego Frabetti in concerto propone dal vivo “Interno 41"
 
Il trombettista bolognese Diego Frabetti presenta live “Interno 41”, in quintetto con l’olandese Barend Middelhoff al sax tenore, Stefano Senni al double bass, Nicola Angelucci alla batteria e l’americano Danny Grissett al piano e al Fender Rhodes. Il nuovo album è per il musicista «il luogo dove questa musica è nata: la mia storia, i miei ascolti, le passioni musicali delle quali mi sono nutrito in questi anni, hanno trovato una casa e la possibilità di crescere e prendere forma in questo luogo, che è un luogo reale, una casa dove mi sono trasferito, dove ho iniziato una convivenza e un nuovo importante capitolo della mia vita, ma che è anche un luogo metaforico: la mia casa, il mio spazio. Questa musica è entrata arredando, colorando e abitando la mia nuova vita».
Alexanderplatz, via Ostia 9, ore 22
 
 
Jazz/Max Paiella & The Rabbits in concerto al Cotton Club
 
Max Paiella, famoso per la partecipazione ormai storica alla trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio” ma anche per la sua collaborazione con Lillo e Greg e per la partecipazione a tante trasmissioni televisive, è un crooner che si muove tra gli standard dello swing più conosciuti e qualche chicca del jazz, e propone quello che lui definisce «un concerto di swing serio all’80 per cento», aggiungendo che il rimanente 20 per cento tocca alle suggestioni, improvvisazioni e gag con i suoi personaggi familiari a tutti. In repertorio dai brani dei personaggi del “Ruggito” a pezzi di Frank Sinatra, Tony Bennet, Louis Prima, più qualche omaggio a Bruno Martino, alle canzoni di Carlo Alberto Rossi e a brani dei cartoons della Disney. Con Paiella suonano Alberto Botta alla batteria, Francesco Redig Campos al contrabbasso, Attilio Di Giovanni al pianoforte, Carlo Ficini al trombone e Giuseppe Ricciardo al sassofoni.
Cotton Club, via Bellinzona 2, ore 22.30
 
 
Rock/Riding Sixties, Beatles contro Rolling Stones
 
Una performance dei Riding Sixties è una via di mezzo fra una divertente festa e una lezione-concerto. Sono due epoche che s'incontrano in una formazione sulla breccia da parecchi anni e che annovera dai “vecchi” testimoni d’epoca come Pietro Maria Tirabassi, voce e chitarra, e Enzo Civitareale, batteria e voce (nel 1970 suonava con i mitici Corvi) ai più giovani Marco Bertogna (basso e voce), Simone Rauso (chitarra e voce) e Alberto Bolli (pianoforte e voce). Stasera ripropongono un loro classico: una battaglia a tutto beat fra i migliori brani dei Beatles e dei Rolling Stones, intitolata appunto “Beatles Vs Stones”.
Big Mama, vicolo S. Francesco a Ripa 18, ore 22
 
 
Jazz/All’Elegance “Right Together” con la vocalist Lara Iacovini
 
"Right Together" è il nuovo album della vocalist Lara Iacovini, inciso con due ottimi musicisti newyorkesi, il contrabbassista Steve Swallow (è sulla sua musica che Lara ha scritto i testi dei brani) e il batterista Adam Nussbaum. Nata a Iseo e diplomata in tre conservatorii (S. Cecilia di Roma, Luca Marenzio di Brescia e Dall'Abaco di Verona), Iacovini ha dato tanti concerti in Italia e all’estero, ha partecipato a molti festival compreso UmbriaJazz, e stasera presenta il suo ultimo disco in quartetto con Antonio Zambrini al pianoforte, il contrabbassista Luca Pirozzi e Alessandro Marzi alla batteria.
Elegance Cafè, via Francesco Carletti 5, ore 22
 
 
Blues/I Fleurs Du Mal al Charity Cafè con “Gumbo”
 
La band dei Fleurs Du Mal propone in versione acustice il materiale del suo nuovo album “Gumbo”, titolo che si rifà alla famosa zuppa di New Orleans, piatto afroamericano che appartiene alla tradizione della città della Louisiana. E, come il gumbo, il disco è un mix di blues classico tradizionale e brani originali, che nel cd vedono la partecipazione straordinaria dell’armonicista americano Andy J Forest. I Fleurs sono il vocalist e chitarrista Stefano Iguana, Roberto Cruciani al contrabbasso, Graziella Olivieri al sax tenore e Clemente Verdicchio al sax contralto.
Charity Cafè, via Panisperna 68, ore 22
 
 
DOMENICA 10 NOVEMBRE

 
 
Musica/Minimalismo con Katia e Marielle Labèque per RomaEuropa
 
Le sorelle Katia e Marielle Labèque, rispettivamente 69 e 67 anni, sono un duo pianistico francese molto legato alla scuola minimalista, e propongono un omaggio ai maestri del minimalismo, “Minimalist Dream House”, che si sviluppa come un ponte tra la classica contemporanea e il rock grazie alla presenza dell’americano Bryce Dessner (è il chitarrista della rock band The National, da Cincinnati, Ohio) che gioca un ruolo fondamentale nel live insieme al chitarrista, vocalist e compositore francese David Chalmin del trio Triple Sun. Ne viene fuori una formazione originale con due pianoforti, due chitarre e l’elettronica, e nel repertorio ci sono musiche commissionate a Max Richter, David Lang, Timo Andres, Caroline Shaw e al cantautore inglese Thom Yorke, impegnato per la prima volta in una composizione classica.
Parco della Musica, Sala Santa Cecilia, ore 21
 
 
Jazz/Loredana Melodia, live all’Alexanderplatz con il suo quartetto  
 
Siciliana di Gela, cresciuta a Bologna, la vocalist Loredana Melodia ha alle spalle due album, “Sleepless” del 2012 e “My Sea” del 2017, e stasera è in quartetto con il chitarrista Daniele Cordisco, Daniele Sammartino al contrabbasso e Fabio Grandi alla batteria, per la rassegna domenicale “Jazz Voice Anathomy”. Propone una serie di standard americani ma soprattutto brani originali tratti dai suoi due ultimi dischi.
Alexanderplatz, via Ostia 9, ore 22
 
 
Cantautori/All’Angelo Mai l’elefante di Ivan Talarico
 
«Nato sul lago di Como nell’81 e cresciuto nella comunità montana  catanzarese, vive a Roma in cerca di una via di mezzo. Capisce che è un errore impegnarsi nel teatro, ma diabolicamente persevera. I successi sono episodici ed economicamente comici. Per sopravvivere si impegna in tanti lavori diversi e quando non ci riesce muore per brevi periodi. Suona chitarre e pianoforti senza esserne veramente padrone, convinto che sia necessario non saper suonare bene almeno due strumenti. Scrive canzoni che non lo rendono famoso, ma gli fanno vincere il premio per il miglior testo a Musicultura ed essere ospite al Premio Tenco»: basterebbe questo estratto di autobiografia per capire che tipo di cantautore è Ivan Talarico. A sei mesi dall'uscita del suo disco “Un elefante nella stanza” torna sulla scena romana per proporne i brani, insieme ad altre canzoni, con la sua band: Edoardo Petretti alle tastiere, Paolo Mazziotti al contrabbasso e Paolo Volpini alla batteria. Talarico è molto bravo a raccontarsi, ed è difficile farsi passare la voglia di vedere che accidenti fa quando è in palcoscenico.
Angelo Mai, viale delle Terme di Caracalla 55, ore 22
 
 
Rock/Al Cotton Club con Peggy Sue & The Dynamites
 
“Bevo solo rock’n’roll” è la serata diretta da Lalla Hop che propone musica vintage all'insegna del rock, e oggi si torna nel secolo scorso con Peggy Sue & The Dynamites, band nata nel 2013 per riproporre i successi più famosi degli anni '50 e '60, da Wanda Jackson a Brenda Lee, Little Richard e tanti altri, e con cover di hit rivisitati in chiave vintage per ballare, scatenare e divertire il pubblico. Sono la vocalist Simona Della Porta, il chitarrista Riccardo Schiavello, il bassista Roberto Battilocchi e il batterista Antony Manzi. Prima della band lezione di ballo con le migliori scuole di Roma che si alterneranno di domenica in domenica.
Cotton Club, via Bellinzona 2, ore 21
 
 
Jazz/All’Elegance concerto della band dei Soul Snacks

 
Il sound dei Soul Snacks nasce dall’incontro tra la raffinatezza del jazz, il calore del soul e l’energia del funk. La band ha in scaletta composizioni originali e arrangiamenti di brani celebri di Stevie Wonder e George Duke, e in particolare vuole rendere omaggio al leggendario vibrafonista, vocalist e compositore americano Roy Ayers, fra i pionieri dell’acid jazz e della neo soul music. Il gruppo è formato dal bandleader Claudio Piselli al vibrafono e all’elettronica, Marco Ioannilli alle tastiere, Angelo Nobili al basso e Roberto Ranalli alla batteria.
Elegance Cafè, via Francesco Carletti 5, ore 22
 
 
Rock/Aperitivo al Charity con la band The Relay
 
The Relay (Andrea Angelini, voce, chitarra e armonica; Diego Magnani, basso e voce; Francesco Russo, batteria) sono innamorati da sempre del rock classico anni 60 e 70 e delle sue estensioni nel blues, country e soul, hanno un vasto repertorio e più di cinquecento concerti alle spalle con brani di Rolling Stones, Cream, The Band, Dylan, Neil Young, Eric Clapton, Chuck Berry, Who, Hendrix, Led Zeppelin, Willie Dixon, Robert Johnson, Muddy Waters e molti altri.
Charity Cafè, via Panisperna 68, ore 18.30
 

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