I ricercatori hanno dato loro un apparecchio da indossare che ha monitorato, per un mese, la quantità di passi fatta ogni giorno, i minuti trascorsi muovendosi nella giornata. Poi hanno fatto compilare dei questionari su quanto tempo impiegavano ad addormentarsi, quante volte si svegliavano, quanto si sentivano riposati al mattino e la quantità di minuti dormiti.
In questo modo hanno trovato un legame tra il movimento e il sonno: più passi si erano accumulati durante il mese o tempo avevano trascorso muovendosi, e migliore era la qualità del sonno percepito. «In sostanza possiamo dire che più ci si muove - commenta Alycia Sullivan, coordinatrice dello studio - e meglio si dorme».
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