«Sto morendo nel van». Il disperato sms vocale di un migrante fa arrestare un trafficante

«Sto morendo nel van». Il disperato sms vocale di un migrante fa arrestare un trafficante
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Sabato 2 Novembre 2019, 19:15

«Io sto morendo qui fratello Irfan, dove sei finito?». È l'ultimo disperato sms vocale inviato da un giovane pakistano al trafficante di esseri umani che, pagato per un passaggio in Italia, lo ha invece lasciato soffocare in un van per trasporto cavalli. Faceva il pastore a Kropia, un paesino nell'Attica orientale, il 27enne Maalik Hussain, trovato cadavere, nudo e ricoperto di rami, in un fosso a San Giovanni in Marignano, nel settembre di un anno fa. Proprio quel messaggio inviato mentre moriva ha portato all'arresto, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, soppressione e occultamento di cadavere, da parte dei Carabinieri della Sezione Operativa del Nor di Riccione, coadiuvati nelle operazioni da personale Interpol e Sirene, di Irfan Ali, 33enne pakistano, greco d'adozione che lavorava come stalliere.

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Quando ad agosto dello scorso anno, Maalik era partito da Kropia per trasferirsi in Italia e poi magari in Finlandia dal cugino, si era fatto prestare dal padre parte dei soldi per il biglietto da 5.000 euro, necessari ad arrivare al punto di sbarco collocato nei pressi di un centro ippico a San Giovanni in Marignano, nel Riminese. Quando la notizia del ritrovamento di un cadavere in stato di decomposizione, il 7 settembre dello scorso anno, aveva fatto il giro del web, i parenti di Maalik che, avevano ricevuto l'ultimo disperato sms, hanno capito subito cosa fosse successo e avevano allertato i Carabinieri di Riccione. Con l'identificazione del corpo e in possesso del numero di cellulare della vittima, i militari dell'Arma erano riusciti ad identificare altri 5 pakistani, trasportati in precedenti viaggi in Italia dallo stesso Irfan Ali, che risulta residente in un paesino greco e che lavora per alcuni fantini locali, tanto da poter giustificare i suoi viaggi con i cavalli in occasione delle gare in Italia.

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Sempre secondo gli investigatori, a guidare il van non era lo stalliere Ali, ma un cittadino greco ancora da identificare. La targa del van risulterebbe greca e le indagini dovranno quindi appurare se l'autista consapevolmente accettasse di arrotondare le entrate con il traffico di migranti. Irfan Ali, resta per ora l'unico indagato e si trova in carcere in Grecia. Verrà presto estradato come richiesto dalle autorità italiane. Stando alle testimonianze di alcuni migranti pakistani, era proprio lui ad organizzare i viaggi che, il Gip di Rimini, Manuel Bianchi, nel richiederne l'arresto come chiesto dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, definisce «della speranza».

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Quando all'arrivo in Italia, Irfan Ali aveva finalmente aperto la porta del van, vedendo Maalik morto, aveva pensato di nasconderlo. Stessa sorte dei 39 migranti trovati morti in un container nell'Est di Londra una settimana fa. Maalik, come Pham Thi Tra My, ragazza vietnamita di 26 anni, che prima di morire ha scritto alla madre «mi dispiace il mio viaggio all'estero è fallito. Sto morendo, non riesco a respirare».

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