NEL SEGNO DEL 3
Inzaghi, dopo aver toccato con mano il gelo del buio, ha ritrovato il calore della luce. E lo ha fatto ricompattando la squadra. Tutti per uno e uno per tutti. Niente più individualismi. Dal 3-0 contro l’Atalanta alle sonore vittoria contro Fiorentina e Torino. C’è necessità di ingordigia. Perché se è vero, come ripetono spesso gli stessi calciatori biancocelesti, che manca sempre l’ultimo passo per salire più in alto questo è il momento di non guardare nient’altro se non il piatto che si ha davanti. Mai occasione fu più ghiotta. Il Milan di Pioli, tolto il faticoso successo di giovedì contro la Spal, è in crisi di risultati e d’identità. E’ squadra fragile e indifesa: nelle ultime sette gare ha incassato 12 gol e solo in una occasione ha mantenuto la porta inviolata.
TALISMANI BIONDI
Inzaghi possiede dalla sua le giuste armi per colpire: il secondo attacca del campionato insieme all’Inter con 22 reti. Ma c’è di più perché a guidare i biancocelesti c’è Immobile. Ciro cerca il gol numero 100. E’ il capocannoniere del campionato con 12 reti dopo sole dieci giornate. Prima di lui (che ci è riuscito nel 2017/18 e in questa Serie A) solo un altro calciatore aveva realizzato almeno 12 gol nelle prime 10 giornate in almeno due massimi campionati italiani: proprio Giuseppe Meazza nel 1933/34 e nel 1935/36. Nomen omen. E poi c’è Correa che torna titolare. Il Tucu (si è di nuovo tinto i capelli di biondo), con la maglia della Lazio, ha segnato due volte ai rossoneri nei quattro precedenti. L’ultima volta fu proprio a San Siro.
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