Argerich per la prima volta a Roma con il Concerto n.1 di Liszt: trionfo a Santa Cecilia

Martha Argerich con Antonio Pappano
di LUCA DELLA LIBERA
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Venerdì 1 Novembre 2019, 20:03
Ci sono i pianisti, poi c’è Martha Argerich. La più grande pianista vivente è stata l’acclamata protagonista del concerto di giovedì sera all’Auditorium Parco della Musica con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano.

In programma il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 di Liszt, un cavallo di battaglia nel repertorio della musicista argentina, che lo ha inciso e suonato tante volte, proposto per la prima volta davanti al pubblico romano. 

Quello che colpisce ad ogni concerto della Argerich va sempre al di là del puro aspetto interpretativo. La sua capacità di essere “dentro” la musica è unica. La trasmette al pubblico e a quelli che suonano con lei con una naturalezza e semplicità da lasciare a bocca aperta.

Il Concerto n. 1 di Liszt è un vero poema sinfonico con un taglio narrativo. Tutto è eccessivo e teatrale per il pianoforte: doppi trilli, ottave martellanti, passando per oasi le liriche sussurranti e fiabesche. Nell’attacco del primo movimento del Concerto la pianista ha aggredito la tastiera come una leonessa, con raffiche di doppie ottave, per poi assecondare al meglio la scrittura istrionica di Liszt, accarezzando lo strumento in un delicato dialogo con i fiati e il triangolo come in una fiaba.

Ottima l’intesa con Pappano e l’Orchestra nel suo complesso ma anche con le splendide prime parti, tra le quali è giusto segnalare almeno Andrea Oliva (flauto), Alessandro Carbonare (clarinetto), Alessio Allegrini (corno) e Luigi Piovano (violoncello). Alla fine della sua esibizione, la Argerich ha offerto un bis che da solo valeva il concerto, Liebeslied di Liszt, una trascrizione di un Lied di Schumann, dove l’effusione lirica si sposa con l’ostentazione virtuosistica.

Look sbarazzino, con la solita chioma argentea fin sotto le spalle e la gonna d’ordinanza, la Argerich ha più di 60 anni di carriera internazionale alle spalle, ma ogni volta che l’ascolti ti chiedi come possa mantenere un tale livello tecnico ed interpretativo, oltretutto con l’aria di chi sta suonando una canzoncina e non una delle pagine più difficili di tutto il repertorio per il suo strumento.

Ieri sera il successo è stato ribadito anche dall’ottima prova dell’Orchestra e del suo direttore, Antonio Pappano. In apertura l’Ouverture dall’Euryanthe di Weber e per incorniciare la serata un’intensa interpretazione della Sinfonia n. 2 di Schumann. Il concerto si replica venerdì alle 20,30 e sabato alle 18,30.

Dopo i concerti romani, prenderà il via la prima tournée della stagione 2019/20 dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Con la partecipazione di  Martha Argerich e Francesco Piemontesi, che si alterneranno nelle diverse date, sotto la direzione di Antonio Pappano, la tournée toccherà Parigi, Berna, Ginevra, Zurigo, Lucerna, per arrivare a Lugano.  
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