Rifiuti, rapporto choc su Ama. «Miasmi da 1 cassonetto su 2»

Rifiuti, rapporto choc su Ama. «Miasmi da 1 cassonetto su 2»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 31 Ottobre 2019, 01:02 - Ultimo aggiornamento: 15:50

I cassonetti di Roma non sono mai stati così fetidi e maleodoranti. Colpa dei sacchi dell’immondizia che rimangono stipati tra le lamiere per giorni - a volte per settimane... - anche perché l’Ama, di fatto, non sa dove spedire gli scarti: mancano gli impianti. Dallo smantellamento di Malagrotta in poi, non ne sono stati costruiti. E il 31 dicembre è pronta a deflagrare un’altra grana, la chiusura della discarica di Collefferro. Nessuno, né in Campidoglio né alla Pisana, ha idea di come rimpiazzare l’impianto. Il 13 novembre è stata convocata una riunione al Ministero dell’Ambiente proprio per parlare dell’emergenza montante.

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Nel frattempo Roma continua a soffrire il trascinarsi di una crisi che, di fatto, dal picco di giugno-luglio non è mai davvero finita. I bidoni rimangono stracolmi di pattume non raccolto. È tutto annotato, con tanto di tabelle, numeri e statistiche, nel rapporto che l’Agenzia di controllo sulla qualità dei servizi pubblici ha appena spedito in Campidoglio. Ora il fascicolo è nelle mani della Commissione di vigilanza sull’Ama, capeggiata da Laura D’Aprile, la manager del Ministero dell’Ambiente che da inizio 2018 guida la Direzione Rifiuti del Comune. Sarà lei, con questi numeri in mano, a decidere quali maxi-sanzioni comminare alla partecipata per i disservizi record.

I CONTENITORI
Sotto la lente c’è il III trimestre 2019. Gli ispettori dell’Authority parlano di un boom di miasmi provenienti dai cassonetti. E segnalano che ancora per tutto settembre il 48% dei contenitori «emanava cattivo odore». A luglio i bidoni infestati dai miasmi erano il 49% del totale - uno su due - stessa percentuale ad agosto. Pensare che a gennaio i cassonetti maleodoranti per colpa della spazzatura erano il 16%, una quota comunque alta, ma molto più ridotta rispetto a oggi. Anche a febbraio la percentuale è rimasta la stessa (16%), a marzo è cresciuta al 20%, ad aprile al 22%, a maggio lieve calo (19%), poi a giugno, il boom, con la crisi esplosa in quasi tutti i quartieri della città: 44% di bidoni infestati dal tanfo dell’immondizia accatastata per giorni. E le cose sono addirittura peggiorate. 
Va male, malissimo anche la pulizia di vie e piazze. Una su tre, in pratica, è sporca. Alla voce «pulizia delle strade», si legge nel rapporto dell’Agenzia, solo il «65,7% delle rilevazioni» è stato «almeno sufficiente». L’obiettivo fissato dal Campidoglio prevede il 92% di rilevazioni positive. Tra gli altri indicatori disastrosi, c’è la «pulizia delle aree circostanti i cassonetti, in continua flessione». Solo il 64,8% delle rilevazioni è stato «almeno sufficiente», contro un obiettivo dell’88%. Significa, anche qui, che oltre un cassonetto su tre è circondato da rifiuti e sporcizia varia.

LE ZONE
Tra i quartieri più sporchi c’è il municipio III (il distretto di Montesacro, Val Melaina e Settebagni) dove appena il 57,2% delle strade è risultato sufficientemente pulito durante i controlli. Nel V Municipio (Torpignattara, Quadraro e Centocelle) il 56,8%. Insomma, ci sono interi quadranti di Roma dove una via su due è insudiciata dall’immondizia strabordante. Nel terzetto dei distretti più sporchi c’è anche quello dove abita la Raggi, il XIV (Balduina, Palmarola e Monte Mario): quasi il 40% delle strade è stato giudicato sporco dagli ispettori dell’Agenzia comunale. E chi si lamenta con l’Ama, non speri di trovare soddisfazione: il 90% delle chiamate alla «linea verde», dice sempre il report, è gestito in ritardo.

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