Luca Sacchi, la mappa dello spaccio: il dossier arriva in Prefettura

Appio, la mappa dello spaccio: il dossier arriva in Prefettura
di Alessia Marani e Laura Bogliolo
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Martedì 29 Ottobre 2019, 10:44 - Ultimo aggiornamento: 16:19

«Non togliere quella bottiglia o t'ammazzo, ci serve per fumare l'eroina». Le minacce vengono rivolte ai volontari che ogni tanto provano a pulire il parco dietro la stazione metro Arco di Travertino. Siamo a 500 metri dal marciapiede segnato dal sangue di Luca Sacchi, ucciso a 24 anni con un colpo di pistola alla testa. «Fumo o altro?». È la domanda che rivolgono la sera in piazza Re Di Roma, a due chilometri dal luogo dell'omicidio. «Da qui non passi, o è peggio per te». Accesso vietato al tunnel che collega via Decio Mura e via dei Lentuli, a due fermate di metro dalla piazza di spaccio tra via della Caffarella e via Latina dove è maturato l'assassinio.

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La morte violenta di Sacchi ha squarciato il velo sulla criminalità che si è ormai insinuata all'Appio Latino, ma la presidente del VII Municipio, Monica Lozzi (M5s), da tempo aveva lanciato l'allarme. E ora ha stilato un dossier sulle piazze di spaccio e le emergenza nel territorio: lo porterà al tavolo sulla sicurezza del VII Municipio. Obiettivo: creare una task-force per passare al setaccio i luoghi che richiedono una sorveglianza speciale. Una città senza Centro, né periferie. Così appare Roma se si analizza la capillare capacità di penetrazione delle bande di spacciatori in grado ormai di intervenire anche a chiamata in quartieri distanti.


AREE SORVEGLIATE SPECIALI
«Il primo tema che discuterò oltre ovviamente allo spaccio alla Caffarella, è quello del parco comunale di Arco di Travertino, c'è una vera emergenza, non è mai stato aperto e si è trasformato in un covo di sbandati». Lì vicino, in via Carroceto, due spazzini sono stati aggrediti da una banda di ragazzi. «Si deve tornare ad avere un controllo più pressante sul territorio» spiega la minisindaca che intanto ieri mattina, insieme a volontari ha bonificato parte del parco dove gira eroina. Insospettabili. Così appaiono alcune zone presenti nel dossier. C'è ad esempio piazza Re di Roma dove un senso diffuso di abbandono è evidente da tempo. Ma la sera l'abbandono è teatro dell'instancabile ricerca di clienti da parte di pusher. Nel Municipio ci sono 4 commissariati che ogni notte hanno due pattuglie a disposizione «per un territorio enorme», esteso come Lecco, è popolato come Catania.

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I vigili hanno tre auto, «due fisse nel campo rom La Barbuta, dove continuano i roghi tossici». Quindi, se c'è un incidente, l'unica pattuglia libera va sul posto e il territorio rimane scoperto. Sfogliando il dossier la luce rossa dell'emergenza si accende al Quadraro per denunciare lo spaccio in via Decio Mure, via dei Levii e via Lucio Mario Perpetuo dove c'era una roulotte, diventata un rifugio per drogarsi. «È stata incendiata giorni fa - racconta Lozzi - e dentro c'erano armi». Fucili sono stati rinvenuti in un canneto a Ponte Linari. Spaccio poi in largo Spartaco, alla Romanina e la sera alla stazione Anagnina. Controlli anche nei locali: non si escludono verifiche amministrative ma solo come atto dovuto nel pub John Cabot davanti al quale è stato ucciso Sacchi. I gestori hanno sempre dichiarato: «Non c'entriamo nulla». Controlli anche nei locali in piazza Cesare Baronio, via Tuscolana, via Arco di Travertino. Nel mirino della task-force mini-market e baby gang, protagoniste di raid contro scuole.

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