Bimbo ucciso a Milano, la terribile verità dell'autopsia: «Torturato dal padre con morsi e bruciature di sigarette»

Bimbo ucciso a Milano, la terribile verità dell'autopsia: «Il padre l'ha torturato. Sui piedi bruciature di sigarette»
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Lunedì 28 Ottobre 2019, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 21:53

Dettagli inquietanti sono emersi dall'autopsia effettuata sul corpo del bimbo di due anni ucciso a Milano dal padre. L'uomo è stato infatti accusato anche di tortura per avere colpito con «calci e pugni», provocato «almeno tre bruciature con l'estremità di sigarette accese» e per aver ustionato «con una fiamma viva» i piedini del figlio di poco più di 2 anni. Alija Hrusic, il 25enne di origini croate, si trova ora in cella per l'omicidio del piccolo Mehmed avvenuto lo scorso 22 maggio. Lo si legge nella chiusura delle indagini in cui la moglie è stata scagionata ed è, con gli altri due figli, parte offesa in quanto maltrattata dal marito.

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«Non riuscivo a dormire, mi sono alzato dal letto e l'ho picchiato». È questa l'unica assurda spiegazione che gli investigatori sono riusciti a raccogliere da Hrustic. L'uomo, nato a Firenze ma di origini croate, era stato fermato  con l'accusa di omicidio volontario aggravato dal maltrattamento e dalla minore età della vittima, il terzo figlio che aveva avuto da sua moglie Silvija Z., una croata di 22 anni che è incinta.


Attorno alle 5 di quel maledetto giorno, Hrustic aveva chiamato il centralino del 112 dicendo all'operatore sanitario che il bambino stava male, che aveva problemi respiratori. In sottofondo si sentiva il pianto della madre. Quando i paramedici sono arrivati sul posto c'era solo lei, col volto stravolto dal dolore, che ha subito indicato il marito come autore dell'omicidio. Intanto Hrustic era scappato portando via con sé le due figlie che hanno 3 e poco più di un anno (il quarto figlio, il maggiore, si trova in Croazia). Ha vagato per poco prima di trovare rifugio a casa di un conoscente in via Manzano 4, in zona Giambellino.
 


Gli agenti della Squadra mobile lo hanno individuato alle 12.30 e quando si sono presentati alla sua porta l'uomo non ha opposto resistenza e ha ammesso subito la sua responsabilità. «Non è stato in grado di spiegare precisamente cosa gli è venuto in mente in quel momento - ha detto il capo della Mobile, Lorenzo Bucossi. Non sappiamo se Mehmed stesse piangendo, ha solo raccontato che non riusciva a dormire e che aveva assunto hashish. Si è alzato e, in preda a un accesso di rabbia incomprensibile, lo ha picchiato a morte». Gli investigatori non avevano indugiato finora sui particolari, limitandosi a dire che sul corpo del piccolo erano evidenti i segni delle percosse.

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«Se lo avessi trovato prima della polizia lo avrei ammazzato, non c'è dubbio», ha raccontato Bardo Secic, prozio di Hrustic (quest'ultimo ha un precedente risalente al 2016 per riciclaggio e non risulta abbia avuto altre denunce per violenze). «Si merita l'ergastolo. È un tipo irascibile e violento, la mia famiglia non gli parla da due anni, da quando mi ha aggredito senza motivo colpendomi alla testa con la fibbia della cintura. Ho ancora la cicatrice. Avrei voluto conoscere il mio nipotino ma non ho fatto in tempo».
 
 

Tortura: per la prima volta contestato in ambito familiare. Tortura. È il reato che, per la prima volta in Italia, è stato contestato anche in ambito familiare dalla Procura di Milano nel caso di Alija Hrusic. Il delitto è avvenuto in via Ricciarelli, zona San Siro: ad uccidere il piccolo, dopo che per tutta la notte e per i due giorni precedenti aveva subito le violenze del padre, sono stati alcuni colpi sulla fronte. Nell'avviso di chiusura indagini, notificato questa mattina dal pm Giovanna Cavalleri, si legge che l'uomo ha colpito il bambino con «calci e pugni», provocato «almeno tre bruciature con l'estremità di sigarette accese» e ha ustionato «con una fiamma viva» i piedini del figlio. Il pm ha anche contestato l'aggravante di avere agito «con crudeltà verso il bambino, per motivi futili consistiti nel fatto che il piccolo, lasciato senza pannolino, si fosse sporcato». La moglie di Hrusic, assistita dall'avvocato Patrizio Nicolò, risulta invece parte offesa così come gli altri due figli per il reato di maltrattamenti.

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La ricostruzione del Pm. La Procura di Milano aveva approfondito la sua posizione ma la donna, che era incinta al quarto mese la notte dell'omicidio, è stata alla fine scagionata. «Fin dall'inizio della loro relazione - si legge nell'avviso notificato al 25enne - ingiuriava e percuoteva, il più delle volte alla presenza dei figli minori (…) la convivente (…) colpendola con schiaffi, pugni e calci, a volte utilizzando una cintura, in altre occasioni servendosi del bastone di una scopa o di grossi fili elettrici». Nell'atto si legge ancora che l'uomo, assistito dall'avvocato Giuseppe de Lalla, «dal mese di aprile 2019 la minacciava di uccidere lei e la sua intera famiglia laddove si fosse allontanata da casa». E ancora: Hrusic «manifestava grave insofferenza nei confronti del figlio minore (…) lo ingiuriava ripetutamente con l'epiteto di scemo, lo percuoteva senza alcun motivo e lo colpiva con calci e pugni, lo morsicava e gli provocava bruciature di sigarette su diverse parti del corpo e ancora (…) pochi giorni prima del decesso del bambino, egli stesso gli provocava, con una fiamma viva di dimensioni ridotte (verosimilmente un accendino) vastissime ustioni sulle piante dei due piedi».

Legale Hrusic: a breve quadro accuse. «Ovviamente prendiamo atto delle gravissime accuse contestate all'indagato.
Accuse che - almeno in parte - ci aspettavamo venissero formalizzate con l'avviso di conclusione delle indagini. Allo stato ritengo di poter sottolineare - tanto più al cospetto di ipotesi delittuose di inaudita gravità - che il ruolo ed il dovere del sottoscritto difensore sono quelli di adoperarsi per garantire il rispetto del diritto di difesa costituzionalmente sancito e previsto per tutti gli indagati ed imputati ovvero anche per coloro che sono accusati di condotte assolutamente aberranti». Lo sottolinea, in una nota, l'avvocato Giuseppe de Lalla, legale di Alija Hrustic, il 25enne croato accusato dell'omicidio aggravato di suo figlio, lo scorso 22 maggio a Milano. «Nei prossimi giorni estrarremo copia integrale degli atti ed avremo così il quadro completo degli elementi a carico del Hrustic», ha scritto.

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