Al Baghdadi morto, ora Isis ha un nuovo capo: Al Qardash, un ex ufficiale di Saddam Hussein

Ora l'Isis ha un nuovo capo: Abdullah Qardash, è un ex militare di Saddam Hussein
di Marco Ventura
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Lunedì 28 Ottobre 2019, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 09:50
Morto il capo dei capi dell'Isis Al Baghdadi, il terrorista più ricercato al mondo sul cui capo pendeva una taglia americana da 25 milioni di dollari, il Consiglio del Califfato (lo Stato senza territorio ma non senza governo) eleggerà il successore. 

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E con la morte, annunciata dall'Intelligence turca in un altro blitz americano a sud della città siriana di Jarabulus, di Hassan Al Muhajir vice e portavoce di Al Baghdadi, ecco emergere come probabile successore il capo della sicurezza e ex ministro della Difesa del Califfato, Abu Abdullah Al Qardash detto Hajji Abdallah il distruttore, ancora più cattivo e violento del leader ucciso, stando alle testimonianze. Appare in poche immagini con il volto duro, accigliato, e lo sguardo penetrante. 

 

Era nel gruppo di stretti seguaci del Califfo nel video di 18 minuti dello scorso aprile, dopo la disfatta dell'Isis in marzo, in cui Al Baghdadi tornava a farsi vedere dopo lo storico sermone nella Grande Moschea di Mosul del 2014. Ma chi è Al Qardash il turkmeno, quale struttura eredita? Quanta forza ha ancora l'Isis e come cambierà la sua identità? Sono tutte domande che si pongono gli analisti mediorientali. La stessa scelta di Al Qardash, annunciata in agosto dall'agenzia del Califfato, Amaq, con un dispaccio la cui autenticità è però contestata, riporta al cuore dell'Isis, multinazionale che continua a avere il fulcro in Siria e Iraq.

IL PERSONAGGIO Iracheno di origine turkmena, nato nel distretto di Tal Afar a ovest di Mosul, laurea in scienze islamiche al gran collegio per Imam di Mosul Al-Adham Abu Hanifa Al-Numanin, ufficiale dell'esercito iracheno di Saddam Hussein, quindi militante di Al Qaeda e compagno di cella di Al Baghdadi nel penitenziario americano di Camp Bucca a Bassora, sale nei ranghi e diventa braccio destro del N. 2 dell'Isis, Abu Alaa al Afri, ucciso nel 2016. Capo della sicurezza in Siria e Iraq, incaricato di proteggere il Califfo e individuare e sgominare i nemici interni, sue caratteristiche sarebbero crudeltà, militanza e autoritarismo.

Il suo potere si estende in altri Paesi. Sarebbe lui il principale colpevole della repressione della minoranza religiosa yazida nell'Iraq nord-occidentale. Ma sarebbe pure il supervisore di svariate operazioni di terrorismo globale. La successione, in agosto, sarebbe stata osteggiata dai puristi che consideravano la sua discendenza non adeguata: Al Baghdadi vantava infatti la filiazione diretta dal clan dei Qurayshi, cioè da Maometto. Contro il Turkmeno sarebbero schierati soprattutto gli stranieri, in particolare i tunisini che ambiscono alla leadership. Il nuovo Califfo, chiunque sarà, potrà contare su cellule dormienti di terroristi tra Medio Oriente, Africa e Europa. Dal Mozambico al Burkina Faso.

Dall'Iraq all'Occidente. Lo scorso luglio un rapporto dell'anti-terrorismo USA ha certificato la potenzialità di insorgenza dell'Isis in Iraq e il suo risorgere in Siria. Trentamila tra combattenti e simpatizzanti dell'Isis si trovano nel campo di prigionia di Al Hol nel nord della Siria, a fatica controllato dai curdi, ma almeno un centinaio sarebbero già scappati. Altre migliaia affollano le altre prigioni dell'area. Il problema è che sta venendo meno la solidità della coalizione globale contro l'Isis, mentre le cause storiche e sociali della nascita del Califfato non sono state rimosse, e gli jihadisti sono tuttora in grado di arruolare giovani disperati via Internet.

Si tratta di vedere ora chi avrà la forza di imporre la propria autorità ai comandanti militari sul terreno.
Il nome di Al Qardash sarebbe stato confermato da un prigioniero eccellente dell'Isis come Abu Zeid Al Iraqi. È possibile un ammutinamento dei comandanti stranieri, che da questa nomina potrebbero sentirsi marginalizzati. Con una resa dei conti, nella quale la ripresa degli attentati segnalerebbe la forza e l'attivismo di un gruppo sugli altri. Com'è stato con la crescita dell'Isis a danno di Al Qaeda.
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