Il presidente FCI Di Rocco sul caso #metoo: «Ero certo dell'archiviazione»

Il presidente FCI Di Rocco sul caso #metoo: «Ero certo dell'archiviazione»
di Francesca Monzone
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Domenica 27 Ottobre 2019, 20:14
Il caso #Metoo del ciclismo femminile italiano è stato archiviato. Questa brutta vicenda, che ha gettato ombre e sospetti sul ciclismo rosa, si è conclusa perché nessun riscontro, è stato trovato nelle accuse sollevate. A renderlo noto è la stessa Federciclismo, specificando: “ Il fascicolo di indagine n. 15/2019  avente ad oggetto presunte condotte illecite poste in essere ai danni di atlete tesserate con la Fci, iscritto a seguito di numerosi articoli di stampa relativi al fenomeno così detto `Me Too´», «a seguito delle indagini svolte, compendiate nella documentazione acquisita e nelle dichiarazioni rese dai soggetti auditi ed informati dei fatti, la Procura federale ha formalizzato avviso di conclusione delle indagini con intendimento di archiviazione ritualmente comunicato alla Procura generale dello Sport presso il Coni la quale, in data 24 ottobre 2019, in condivisione della medesima, ha autorizzato l’archiviazione». 
Ad alleggerire le tensioni che si erano create è il presidente della FCI Renato Di Rocco, che mai aveva creduto alle accuse che erano state formulate, dove tra gli indagati, c’era anche Dino Salvoldi, il tecnico della nostre ragazze. “Abbiamo sempre confidato nella giustizia in maniera serena e abbiamo  creduto alle persone finite nell'indagine". Con queste parole il numero uno della Federciclismo ha commentato l’archiviazione del caso #Metoo. “Non sappiamo con precisione quante persone siano state ascoltate e quante accusate e per questo domani chiederemo gli atti alla Procura, per avere tutti i documenti.  Per certo sappiamo delle accuse mosse a Salvoldi, il nostro tecnico che segue le ragazze e sulla sua serietà non abbiamo mai avuto dubbi e per noi è stato un dispiacere il suo  coinvolgimento in questo caso. Molte delle nostre ragazze sono militari e a prescindere dal loro status di atleta, hanno l’obbligo di segnalare comportamenti anomali e nessuna ha alzato accuse o esposto dubbi al riguardo”.
Il caso #Metoo in Italia, era scoppiato in seguito alle dichiarazioni  rilasciate dagli ex tecnici Silvio Martinello e Roberto Chiappa, lo scorso agosto, ad alcuni quotidiani nazionali. Inseguito alle dichiarazioni dei due ex tecnici, c’erano state le confessioni della campionessa della pista Maila Andreotti
Tra le accuse, vi era in particolare, il riferimento a molestie psicologiche e non atti fisici e la richiesta esplicita, fatta alle ragazze, di lasciare le porte delle camere aperte. “Non abbiamo registrato nulla tra le atlete e abbiamo indagato in modo approfondito - ha ribadito Di Rocco - Le porte aperte vengono lasciate per il personale medico, che al mattino presto inizia a fare controlli sanitari alle ragazze e mai per altri motivi”. Di Rocco energicamente punta il dito contro Silvio Martinello e a quanto dichiarato lo scorso agosto. “Il caso #Metoo è nato in Belgio, con accuse gravi, che hanno trovato riscontro all’interno di una squadra. Poi Martinello ha dichiarato che nel 2007 quando era tecnico, aveva segnalato alla Federazione fatti anomali. Noi all’epoca lo convocammo subito nell’Ufficio di Presidenza, ma neanche all’epoca vi furono riscontri. Se poi la memoria non mi inganna non era stato puntato il dito contro Salvoldi ma contro un’altra persona e Martinello questo dovrebbe ricordarlo bene”. 
Il caso come detto è stato archiviato, sia per la FCI che per il CONI e la Federciclismo, durante le indagini, non ha mai sollevato Salvoldi dal suo incarico, sostenendo sempre la sua posizione. Attualmente il tecnico azzurro è a Minsk dove è con le ragazze della nazionale impegnate in una prova di Coppa del Mondo di Pista. “Finalmente questa vicenda si è conclusa - ha detto il cittì - non ho molto da commentare su quanto accaduto. Posso dire però, che anche in questa occasione, abbiamo dimostrato di essere una squadra unita e solida. Mi sono dovuto tutelare e ancora adesso fatico a capire perché tanto accanimento nei miei confronti. Ora voglio solo pensare alle gare che dobbiamo affrontare. A breve riaprirà il velodromo di Montichiari e per noi allenarci sulla nostra pista sarà fondamentale”. 
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