Mio figlio “bocciato” alla scuola calcio: ora come glielo dico?

Mio figlio “bocciato” alla scuola calcio: ora come glielo dico?
di Mimmo Ferretti
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Domenica 27 Ottobre 2019, 01:11
Bar, 8 del mattino, dialogo tra due papà. Periferia della Capitale. “Ti ricordi che ti avevo detto che avevo portato mio figlio Nino alla Scuola calcio lì vicino casa?”. Certo, e come va? “L’altro giorno quando sono arrivato al campo mi si è avvicinato un istruttore e mi fa: devo dirle una cosa, suo figlio Nino non sa giocare a pallone”. Delicato. E tu? “Io gli ho risposto: beh, se Nino fosse stato capace a giocare non l’avrei portato alla Scuola calcio”. Giusto. Si va lì per imparare. “E’ come se una maestra di prima elementare chiamasse a metà ottobre un genitore e gli dicesse: suo figlio non sa leggere”. Certo, dopo solo un paio di mesi di lezioni mi sembrerebbe abbastanza normale. Ma perché succede anche questo? “Non ne sarei così sorpreso...”. Nino va ancora a quella Scuola calcio? “Certo, non posso portarlo via, come glielo spiegherei? E ovviamente non gli ho detto niente di quell’istruttore. Lui è contento di stare con gli amichetti, si diverte, fa sport e questo mi basta. Io non penso di avere in casa il nuovo Totti, voglio solo far crescere Nino sereno in mezzo agli altri. E spero che alla Scuola calcio lì vicino casa facciano meno i professorini e non si sentano in diritto di dare anche lezioni di vita. A nessuno”.
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