E tuttavia, a ben pensarci, la tesi che questo governo sia “di sinistrissima” non è poi così fondata. Io direi, piuttosto, che questo governo è sì un governo di sinistra, ma ha al suo interno due bombe a orologeria di destra, che prima o poi potrebbero portarlo a deflagrare.
Pensate a Renzi?
Sì, una è Italia Viva, il partito di Renzi. Sul tetto al contante, su quota 100, e più in generale sull’introduzione di nuove tasse, Italia Viva è più vicina all’opposizione di destra che agli alleati di governo (in particolare i post-comunisti di Pd e Leu). Questo non significa che Renzi sia “di destra”, come amano affermare i suoi detrattori di sinistra, ma mostra che la sinistra che ha in mente Renzi ha poco a che fare con quella del partito da cui proviene.
Ma la vera bomba a orologeria non è quella di Renzi, bensì quella di Di Maio. Non si può ignorare, infatti, che nel Movimento Cinque Stelle è presente anche una corposa componente di destra, o comunque ostile alla sinistra, e in particolare al Pd. Sui migranti, ad esempio, una parte considerevole degli elettori Cinque Stelle sono più vicini alla linea dura di Salvini che all’ideologia dell’accoglienza cara alla sinistra doc.
Quanto alle tasse, il minimo che si possa dire è che le “sensibilità” dentro il Movimento sono parecchio variegate. Il partito di Di Maio, da sempre, ha un occhio di riguardo per le partite Iva e per le piccole imprese. E ora che l’incauto Conte annuncia una lotta senza quartiere all’evasione fiscale, ai dirigenti Cinque Stelle non può non sovvenire che il grosso dei loro voti provengono dal Mezzogiorno, ossia da un’area che - insieme ad altre zone del Nord - ha un’alta propensione all’evasione. Una propensione che è difficile mettere tutta in carico ai ricchi, alle grandi imprese e alle multinazionali, visto che – al Sud come al Nord – la si vede quotidianamente, e ad occhio nudo, per le strade, nei negozi, nei mercati, nei cantieri, nei campi, dove coinvolge anche tante persone normali o povere, compresi disoccupati che lavorano in nero e occupati con il doppio lavoro.
Ed eccoci al punto. Questo sarà pure un governo di sinistra, ma le due bombe a orologeria Renzi e Di Maio potrebbero anche, prima o poi, farlo esplodere, o perlomeno provocare qualche terremoto interno.
Quando?
Credo che molto dipenderà da come andranno le molte elezioni regionali in vista, a partire da quella di domani in Umbria. Perché è vero che, se c’è la volontà di restare al potere fino all’elezione del Presidente della Repubblica (2022), non c’è risultato elettorale locale, per quanto eclatante, che possa convincere chi siede in parlamento ad affrontare anticipatamente la sfida elettorale. Ma è anche vero che, se l’elettorato Cinque Stelle, cui fino a ieri il Pd è stato presentato come l’impero del male, mostrasse di non gradire la nuova alleanza, difficilmente potrebbero non esservi conseguenze.
Ecco perché, nonostante gli elettori chiamati al voto non siano molti (circa 700 mila), il test umbro potrebbe risultare cruciale non solo per gli umbri, ma per il futuro del governo nazionale.
www.fondazionehume.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA