Siria, oltre 100 miliziani Isis fuggiti dalle prigioni curde: «Non sappiamo dove si trovino»

Siria, oltre 100 miliziani Isis fuggiti dalle prigioni curde: «Non sappiamo dove si trovino»
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Mercoledì 23 Ottobre 2019, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 17:56

Sono oltre 100 i miliziani dell'Isis che erano detenuti e sono scappati dalla Siria da quando è iniziata l'offensiva turca contro i curdi nel nord del Paese. Lo ha dichiarato James Jeffrey, emissario Usa in Siria, davanti alla commissione esteri della Camera. «Direi che il loro numero è ora superiore a cento. Non sappiamo dove si trovino», ha detto. Intanto Trump, parlando alla Casa Bianca, ha annunciato che gli Usa toglieranno le sanzioni alla Turchia. «La tregua in Siria sta tenendo molto bene e la Turchia ha detto che la renderà permanente», ha detto il presidente americano.

Curdo si dà fuoco nel cortile dell'UNHCR. Trasportato in elicottero all'ospedale
 


«È importante che ciascun Paese assuma le proprie responsabilità per i foreign fighter catturati, e riprenda i propri cittadini, come abbiamo già chiesto», perché la situazione in Siria
«è altamente instabile», ha detto l'ambasciatore degli Usa Kay Bailey Hutchinson in una conferenza stampa, in vista della riunione dei ministri della Difesa della Nato di domani. Gli Stati Uniti sono a favore di «un'inchiesta a carico della Turchia per crimini di guerra» nel nord est della Siria: «Quando le truppe americane si stavano ritirando - ha detto Hutchinson - ci sono state accuse di crimini di guerra che devono essere investigate sotto gli auspici dell'organo adeguato».

Alle 11 di stamani è iniziata ufficialmente la nuova tregua di 150 ore nel nord della Siria, concordata ieri nei colloqui a Sochi tra i presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan.
In base all'accordo, le milizie curde Ypg, ritenute «terroriste» da Ankara, dovranno ritirarsi in questo lasso di tempo ad almeno 30 km di distanza da tutto il confine turco, oltre l'area già evacuata di 120 km tra Tal Abyad e Ras al Ayn, dove l'esercito di Erdogan ha condotto l'operazione militare Fonte di Pace. Previsto il ritiro curdo anche dalle località strategiche di Manbij e Tal Rifat nella provincia di Aleppo, a ovest del fiume Eufrate. Dopo le 150 ore, inizieranno pattugliamenti militari congiunti turco-russi fino a 10 km entro il territorio siriano, da cui sarà esclusa la sola città di Qamishli, la più densamente popolata della regione curda, vicina al confine con l'Iraq.


Le forze russe hanno già attraversato il fiume Eufrate e si dirigono verso la frontiera tra Siria e Turchia come previsto dall'accordo. Lo riferisce il ministero della Difesa russo citato dalle agenzie Tass e Interfax. «Le unità della polizia militare russa - fa sapere il ministero - aiuteranno a garantire la sicurezza della popolazione civile e a mantenere l'ordine e il rispetto della legge». Mosca annuncia che i suoi militari «pattuglieranno le aree designate e assisteranno nel ritiro delle milizie curde e delle loro armi a una distanza di 30 chilometri dalla frontiera tra Siria e Turchia».

La Siria creerà 15 posti di controllo lungo la frontiera con la Turchia: è quanto emerge da una mappa pubblicata oggi dal ministero della Difesa russo. I posti di controllo sono previsti dal memorandum d'intesa concordato da Putin e Erdogan e saranno fuori dall'area interessata dall'operazione militare turca. Cinque saranno a ovest della «zona turca», vicino a Kobane, e dieci a est, nei pressi di Derbisia, Qamishli e Derik.

«A proposito dell'evacuazione delle milizie curde dal nord della Siria, il presidente russo Vladimir Putin mi ha detto in modo molto deciso: 'Noi li mandiamo sicuramente via da lì'. Ovviamente se questa promessa non viene mantenuta toccherà a noi farla rispettare», ha detto Erdogan, assicurando inoltre che «non sarà permesso ai curdi dello Ypg «di restare travestiti da (soldati del) regime» di Bashar al Assad.

Gli Stati Uniti hanno tradito i curdi, che ora devono allontanarsi dal confine turco-siriano come prevede l'accordo raggiunto ieri da Mosca e Ankara, altrimenti «saranno schiacciati dalla macchina militare turca», ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato dalle agenzie russe. Peskov ha inoltre accusato gli Usa di aver «optato per abbandonare i curdi alla frontiera, quasi forzandoli a combattere contro i turchi». Peskov ha affermato che se i curdi non si ritireranno dal nord-est della Siria «le guardie di frontiera siriane e gli agenti della polizia militare russa dovranno tirarli indietro. Infatti - ha sottolineato - le unità curde che rimarranno saranno schiacciate dalla macchina militare turca». Il portavoce di Putin ha quindi dichiarato che gli Stati Uniti «erano il più stretto alleato dei curdi negli ultimi anni. Ma alla fine hanno abbandonato i curdi, tradendoli veramente».

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