Calciatore fa un appello social: «Mia figlia di 8 anni malata, ha una sindrome rara. Aiutatemi»

Calciatore fa un appello social: «Mia figlia di 8 anni malata, ha una sindrome rara. Aiutatemi»
di Raffaella Ascione
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Martedì 22 Ottobre 2019, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 19:12

È bastato un messaggio affidato a Facebook per innescare un immediato ed imponente meccanismo di condivisione. Il mondo del calcio campano si è stretto forte e compatto intorno a Carlo Gioielli, calciatore del Pomigliano, che proprio attraverso il social network ha reso pubblico il dramma che ha colpito la sua famiglia. Lo ha fatto per chiedere aiuto per la sua piccola di otto anni, cui è stata diagnosticata la sindrome di Rasmussen.

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«Voglio usare questo social – ha scritto l’attaccante – per un motivo diverso dal solito. Un motivo che in questi mesi ha stravolto la vita mia e quella della mia famiglia. Ho bisogno di AIUTO! Vi spiego il motivo. A mia figlia hanno diagnosticato una malattia autoimmune rara, chiamata sindrome di Rasmussen. Sono pochi i casi al mondo accertati. Interessa una parte del cervello ed è degenerativa. Ho bisogno di AIUTO. Intendo solo chi ha studiato questa malattia e concretamente abbia le dovute conoscenze in merito, anche se all’estero, non importa. Ripeto, chiedo aiuto non in modo generico ma solo a chi ha studiato ed ha avuto a che fare con questa malattia. Solo questo. Se conoscete qualcuno che può REALMENTE aiutarmi, contattatemi».

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La sindrome di Rasmussen, detta anche encefalite subacuta di Rasmussen. Si tratta di una rara malattia infiammatoria neurologica caratterizzata da frequenti e gravi crisi epilettiche, perdita delle capacità motorie e del linguaggio, paralisi di un lato del corpo. Colpisce prevalentemente bambini dai tra i 5 e i 15 anni di età e le cause sono ad oggi sconosciute. Tra le migliaia di persone che hanno dato diffusione al messaggio di Carlo Gioielli, ci sono tantissimi tifosi, sportivi e club di qualsiasi categoria. Tutti colpiti dal dramma dell’attaccante granata, tutti mossi dalla speranza che anche una semplice condivisione social possa contribuire ad aiutare la piccola, che dalla prossima settimana comincerà un ciclo di cure presso il Santobono.



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«I medici del Santobono - spiega Gioielli - sono stati eccezionali, incredibili. Hanno diagnosticato la malattia in tempi ristrettissimi e questo è un grande vantaggio. Tengo a ringraziarli con tutto me stesso. Ho piena fiducia in loro. Ho scritto quel post con la speranza di smuovere il mondo, perché purtroppo ancora non esiste una cura per questa sindrome.

Ci sono pochissimi casi al mondo e, dunque, si praticano solo cure palliative per contrarne le manifestazioni. Sono in contatto con un ricercatore palermitano che lavora a Ginevra, che mi ha confermato l’assoluta bontà dei medici del Santobono. In genere le diagnosi non sono purtroppo così precoci. Ci affidiamo a loro, continuando a sperare nel miracolo. Io e mia moglie combatteremo oltre l’inimmaginabile per la nostra piccola».

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