Tim, Salvatore Rossi nominato presidente

Tim, Salvatore Rossi nominato presidente
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Lunedì 21 Ottobre 2019, 12:30 - Ultimo aggiornamento: 19:02

Salvatore Rossi è il nuovo presidente di Tim. La nomina dell'economista, ex direttoregenerale di Bankitalia, è stata fatta all'unanimità dal cda del gruppo telefonico, che ha accolto la proposta formulata dal comitato nomine. La cooptazione dovrà essere confermata nella prima assemblea utile, verosimilmente quella sul bilancio della prossima primavera.

Rossi, che entra in cda come consigliere indipendente, rappresenta una figura di garanzia per tutti i soci e avrà il
compito di contribuire a ricreare un clima costruttivo all'interno di Tim che, sotto la gestione dell'amministratore
delegato Luigi Gubitosi, si sta lentamente lasciando alle spalle la burrascosa stagione degli scontri tra Elliott e Vivendi. Il fondo americano e la media company francese hanno infatti l'obiettivo comune di rilanciare il titolo, che sta dando delusioni ad entrambi, seguendo una rotta che dovrebbe portare alla fusione tra la rete fissa di Tim e Open Fiber, così da assecondare la volontà del governo, che ha messo in campo la Cdp, di creare una rete unica per l'Italia.

«Per noi il tema della rete unica è fondamentale, perché dobbiamo portare il Paese nel futuro. Abbiamo tantissime zone in cui non abbiamo una connessione adeguata e non possiamo permettercelo», ha ricordato venerdì scorso il vice ministro del Mise, Stefano Buffagni. «Un board unito è decisivo» per le prospettive della società, hanno commentato gli analisti di Mediobanca secondo cui «gli sforzi congiunti tra pubblico e privato per posare la fibra
potrebbero accelerare il processo e far risparmiare soldi».

Secondo Piazzetta Cuccia l'acquisizione del 50% di Oper Fiber potrebbe essere finanziata con l'emissione di nuove azioni a un prezzo di sottoscrizione «equo», superiore a quello di Borsa, mentre un fondo di private equity potrebbe rilevare il 50% dell'Enel. «Governance e valutazione rappresentano argomenti chiave da discutere e sono cruciali per chiudere un'operazione che potrebbe sprigionare significativo valore». Prima di arrivare alla rete unica occorrerà procedere alla conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. Una mossa che intende semplificare la struttura di capitale, liberando 170 milioni di euro di dividendi destinati alle risparmio a favore di tutti i soci, ma che scongiurerebbe il rischio di un'opa a carico Cdp, qualora conferendo la sua quota di Open Fiber dovesse trovarsi a superare il 25% del capitale. «Prima si farà, meglio è» aveva detto l'ad Luigi Gubitosi in occasione della
presentazione dei conti del primo semestre. E chissà che del tema non si torni a parlare in occasione dei conti, in agenda il 7 novembre.

Tornando a Rossi, economista globale, e saggio per l'allora presidente della Repubblica Napolitano, ha passato gran parte della sua vita professionale nel segno della Banca d'Italia di cui è stato direttore generale fino al 9 maggio 2019. Nato a Bari il 6 gennaio 1949, laureato in matematica, Rossi entra nell'Istituto centrale di Palazzo Koch nel 1976 prima all'Ufficio Vigilanza della Sede di Milano, poi al Servizio Studi nel 1979. Diventa Capo del Servizio Studi nel 2000 incarico che mantiene fino al 2006, Direttore Centrale per la Ricerca economica e le Relazioni internazionali dal 2007 al 2011, Segretario Generale e Consigliere del Direttorio per i problemi della politica economica nel 2011, Vice Direttore Generale della Banca d'Italia dal gennaio 2012 al maggio 2013.

Nel 2013 ha fatto parte del «Gruppo di Lavoro in materia economico - sociale ed europea» (cosiddetto «Gruppo dei saggi») istituito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È stato Direttore Generale della Banca d'Italia e Presidente dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) dal 10 maggio 2013 al 9 maggio 2019.

Membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione del Centro Internazionale di Studi Monetari e Bancari (Icmb) di Ginevra, del Consiglio direttivo dell'Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), dell'Istituto Affari Internazionali (Iai), dell'Advisory Board dell'Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital (Aifi), del Consiglio di amministrazione della Fondazione Giovanni Agnelli e Senior Fellow della Luiss School of European Political Economy. Membro del Comitato di indirizzo della Fondazione Giorgio Fua e dell'Advisory Board della Fondazione Economia Tor Vergata.

Rossi è autore di numerose pubblicazioni, tra cui: La bilancia dei pagamenti: i conti con l'estero dell'Italia, la lira, i problemi dell'unione monetaria europea con R.S. Masera, Cedam, Padova, 1993; La politica economica italiana 1968-1998, Laterza, Roma - Bari, 1998; La regina e il cavallo. Quattro mosse contro il declino, Laterza, Roma - Bari, 2006; Controtempo. L'Italia nella crisi mondiale, Laterza, Roma - Bari, 2009; Processo alla finanza, Laterza, Roma - Bari, 2013; Che cosa sa fare l'Italia, con A. Giunta, Laterza, Roma - Bari, 2017. L'ultimo libro di Rossi è dedicato al più prezioso degli elementi di cui indaga la centralità nel sistema economico mondiale: Oro, Il Mulino, Bologna, 2018.

 

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