In mostra la collezione Torlonia e i tesori nascosti a Villa Caffarelli

In mostra la collezione Torlonia e i tesori nascosti a Villa Caffarelli
di Laura Larcan
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 12:04

Sarà il bianco degli spazi griffati dall'archistar David Chipperfield ad accogliere la leggendaria collezione Torlonia per la prima attesissima mostra. Accadrà a marzo prossimo, quando la più importante raccolta d'arte antica al mondo in mano ai privati andrà in scena nella cosiddetta Villa Caffarelli in Campidoglio, un'ala segreta del complesso dei Musei Capitolini, preclusa al pubblico da decenni di oblio. Oltre seicento metri quadri di saloni e ambienti che si inanellano proprio sotto la terrazza Caffarelli (usata oggi dalla caffetteria gourmet del museo comunale), che sono stati al centro di una ristrutturazione curata dall'architetto e designer britannico.
 



L'OPERAZIONE
Sono tre anni che si parla di questo evento espositivo, trascinatosi anche tra controversie giudiziarie tra gli eredi dei Torlonia. Ma ora i dettagli dell'organizzazione si fanno più nitidi. A presentarli, domani, tutti gli attori di questa operazione culturale di respiro internazionale. Non a caso, dopo la grande esposizione romana del 2020, le opere potrebbero volare all'estero, magari a Parigi, visto che sarebbe in corso una possibile trattativa proprio con il Louvre. Ad illustrare i dettagli dell'evento, ci saranno il ministro Dario Franceschini, il presidente della Fondazione Torlonia Alessandro Poma Murialdo, il vicesindaco Luca Bergamo, i curatori Salvatore Settis e Carlo Gasparri, e tutti i vertici del patrimonio culturale, tra il direttore Archeologia Federica Galloni, la soprintendente di Roma Daniela Porro e la sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli. Fino a Jean-Christophe Babin, ceo di Bulgari. Proprio la maison romana ha sostenuto il restauro delle statue. E davvero «uscimmo a riveder le stelle». La citazione dantesca calza a pennello per questa collezione di marmi, pezzi unici, frutto di scoperte archeologiche e acquisizioni condotte nei secoli dalla nobile famiglia. I numeri danno il peso della leggenda: ben 620 opere costituiscono il nucleo della raccolta, tuttora ammassate nei locali di famiglia in quello che nasceva come Museo Torlonia a via della Lungara a Roma, ma nascosto al pubblico dal 1976. Un tesoro tanto famoso quanto inavvicinabile. Visibile solo a qualche studioso. La valorizzazione della raccolta ha avuto un passaggio chiave proprio nel marzo del 2016 quando venne siglato l'accordo tra il ministro Dario Franceschini e il rappresentante della Fondazione Torlonia, il nipote del principe Alessandro, Alessandro Poma Murialdo, per valorizzare «il complesso di marmi antichi tra i più imponenti e storicamente significativi al mondo». Non tutta la collezione, certo, ma circa una settantina di statue tra le più rappresentative, selezionate per la grande mostra da un comitato scientifico.

I CAPOLAVORI
Dalla solenne Haestia, che fu dei Giustiniani la nobile famiglia di protettori di Caravaggio, al busto di Galba considerato tra i ritratti antichi più acuti e sorprendenti per la ricercatezza espressiva. O ancora la magnifica statua in bronzo di Germanico. Un repertorio, quello dei Torlonia, di divinità olimpiche, figure mitologiche, matrone e i divi imperiali, tra marmi attici, bronzi e alabastri orientali. Pezzi curati nei dettagli dall'équipe di restauratori.

LA RISTRUTTURAZIONE Il progetto, insomma, viene da lontano.
I tempi della mostra sono scivolati di mesi in mesi: da un lato, la vicenda giudiziaria sull'eredità, dall'altra si attendeva il completamento dei lavori di ristrutturazione della Villa Caffarelli (allungatisi anche per l'iter burocratico degli appalti). Ora, gli spazi inondati di marmi lattiginosi curati da Chipperfiled, sono entrati nella fase del collaudo. E per l'inaugurazione di marzo potrebbero essere ripristinati anche i giardini romani di Villa Caffarelli. Degna cornice dei capolavori Torlonia saranno, chissà, i giochi d'acqua pronti a zampillare nelle vasche monumentali e le aiuole verdi che magari sfoggeranno il loro design dall'aura rinascimentale.

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