Maker Faire 2019, Castaldo (Eni): «Dalle alghe un olio interamente bio grazie all'energia solare»

Maker Faire 2019, Castaldo (Eni): «Dalle alghe un olio interamente bio grazie all'energia solare»
di Francesco Malfetano
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 11:40

Alghe, luce solare ed anidride carbonica. A volte produrre un carburante bio e sostenibile può essere addirittura più facile del previsto. Lo ha dimostrato Eni che, da marzo 2017, ha aperto a Ragusa, in Sicilia, un impianto pilota di biofissazione intensificata della CO2. Un nome complesso che nasconde «pochi e semplici passaggi», come spiega Filomena Castaldo, ingegnere chimico e responsabile ricerca e sviluppo del progetto del colosso italiano. Una serie di operazioni che l'azienda mostra al grande pubblico nel suo spazio espositivo di 600mq nella Maker Faire di Roma. Dal 18 al 20 ottobre infatti, si potranno vedere in piccolo, all'interno del padiglione 3 del più importante evento europeo dedicato alla tecnologia ed all'innovazione, organizzato dalla Camera di Commercio della Capitale e da Innova Camera. «Sfruttiamo delle micro-alghe che si comportano come tutte le piante - continua la 34enne - per cui in presenza di acqua, nutrienti, CO2 e luce attivano il processo di fotosintesi».

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IL PROCEDIMENTO
In pratica producono bio-massa e bio-ossigeno. Un procedimento naturale che dopo anni di ricerca, gli studiosi del cane a sei zampe sono riusciti ad implementare rendendolo più efficiente in termini di produttività. «Il nostro impianto di Ragusa - racconta - è capace di ottimizzare le operazioni massimizzandone i risultati». Come? I 320 concentratori solari presenti sul tetto dell'impianto reindirizzano la luce del sole all'interno di fibre ottiche per convogliarla all'interno di alcuni reattori. Vale a dire dei cilindri che al proprio interno contengono proprio le micro-alghe oggetto della ricerca insieme solo ad acqua e sostante nutritive. «Questo composto, se alimentato dalla luce e dall'anidride carbonica, innesca la fotosintesi cioè mangia la CO2 e produce ossigeno».

Un risultato già ottimo che però non conclude le operazioni realizzate dallo stabilimento. «Una volta che il serbatoio contiene biomassa alzale arricchita - dice l'ingegnere chimico - recuperiamo l'acqua per riutilizzarla e essicchiamo il composto per produrre una farina di alghe». Un prodotto di per sé molto versatile che può essere utilizzato da altre aziende per diverse applicazioni nel mercato alimentare (è ricco di proteine) oppure come integratore grazie all'omega3 presente o anche come fertilizzante. Tuttavia Eni punta a utilizzarlo come carburante ecologico per alimentare le proprie bio-raffinerie. Una volta trasformata la farina in bio-olio «dalle alghe avremo ottenuto un combustibile di pari efficienza energetica dell'olio di palma utilizzato fino a questo momento» spiega Castaldi.
Il tutto con due ulteriori vantaggi: non solo non c'è alcun tipo di deforestazione, uno dei grandi problemi legati al grasso vegetale prodotto soprattutto nei paesi tropicali, ma soprattutto vengono anche valorizzati i terreni - non ad uso agricolo - degli impianti. Un successo su tutta la linea che ha bisogno di circa 20 giorni per completarsi senza produrre né rifiuti né un impatto ambientale aggiuntivo. Anzi, è utile anche a raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality dato che assorbe anidride carbonica.

 

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