Stefano Leo, la confessione di Said: «L'ho colpito al collo perchè ero sicuro che sarebbe morto»

Stefano Leo, la confessione dell'omicida: «L'ho colpito al collo perchè ero sicuro che sarebbe morto. Volevo togliergli le promesse»
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Giovedì 17 Ottobre 2019, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 14:45

«Volevo prendere un ragazzo giovane quanto me e toglierli tutte le promesse. Così è stato. L'ho colpito al collo perchè ero sicuro che sarebbe morto». Said, il giovane di origini marocchine che lo scorso 23 febbraio uccise Stefano Leo mentre andava al lavoro, ha confessato. L'omicidio avvenne in pieno giorno, mentre Leo, originario di Biella, camminava in lungo Po Antonelli, zona Murazzi, nel centro di Torino, e Said sedeva su una panchina in attesa di individuare quella che sarebbe stata la sua vittima. Oggi, in un audio della confessione pubblicato da Il Corriere della Sera, i dettagli del gesto. 

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«La questione è molto semplice, volevo prendere a Torino un ragazzo, giovane quanto me, toglierli tutte le promesse di figli che avrebbe voluto fare, toglierli generazione che avrebbe pensato di fare togliere l'amore ai suoi genitori», ha detto l'indagato. Ricostruendo i fatti davanti al team di inquirenti durante l'interrogatorio, il marocchino ha poi detto: «Piglio il coltello con la mano sinistra, mi alzo tranquillo, lo raggiungo, gli passo davanti leggermente, gli do il colpo al collo, guardo se glielo dato bene poi l'ho superato. Lui già faceva fatica respirare, si è accasciato a terra».



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Quanto all'arma del delitto, Said ha rivelato che aveva già il coltello tra le mani quando Stefano Leo gli è passato davanti. «Non si è accorto di nulla. Di me» - aggiunge - «non si è accorto nessuno». E agli investigatori che gli domandano perché ha colpito al collo e non, ad esempio, alla schiena, il marocchino risponde: «perché il collo era più sicuro, se buchi il polmone rischi che non muore, è logica».

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Nell'audio della confessione si sente che, quando gli inquirenti gli chiedono cosa fosse successo nella sua vita per spingerlo a un gesto così grave, l'omicida fa riferimento alla moglie. «E come se io fossi tua moglie e ti dico che non puoi andare a prendere il bambino...» e agli investigatori che osservano che da tempo la moglie non gli faceva vedere il bambino, risponde: «ma non è per quello è una questione morale di cuore perché è come se tu dici non è normale se ci stanno accoppiati bene e io invece mi sono ritrovato questa che mi ha rubato l'unica cosa che io volevo. Capisce?».

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