Migranti, Lamorgese: «Ci sono più sbarchi, ma nessuna escalation» Le terribili foto del naufragio del 6 ottobre

Migranti, Lamorgese: «Ci sono più sbarchi, ma nessuna escalation» Le terribili foto del naufragio del 6 ottobre
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Mercoledì 16 Ottobre 2019, 21:01 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 01:35

C'è un uomo rimasto impigliato alla cabina di comando del peschereccio, come fosse stato impiccato, i piedi scalzi e le scarpe legate alla cintura. C'è un ragazzo appoggiato sul fondo del mare, riverso su un fianco e con il cappuccio della felpa ancora calato sulla testa per proteggersi dal freddo, e un altro con la schiena poggiata sulla sabbia, le braccia aperte verso l'alto. Le foto del peschereccio naufragato la notte tra il 6 e il 7 ottobre scorso, scattate dal robot della Guardia Costiera a 60 metri di profondità 6 miglia a sud di Lampedusa, sono l'ennesimo pugno nello stomaco ad un'Europa distratta, che non riesce a darsi una politica comune per gestire i flussi migratori, lasciando che migliaia di disperati continuino ad attraversare il Mediterraneo e, spesso, muoiano nella speranza di costruirsi una nuova vita.

Traversate che non si fermano, come dimostrano i numeri di settembre e dei primi 15 giorni di ottobre. Frontex parla di un +16% sulla rotta del Mediterraneo centrale rispetto al mese precedente, ma si tratta di un dato parziale e non aggiornato. I numeri del Viminale dicono infatti che tra agosto e settembre l'aumento è stato di poco inferiore al 50% (da 1.268 a 2.498), mentre rispetto allo stesso mese del 2018 gli sbarchi sono aumentati di due volte e mezzo, passando dai 947 di settembre 2018 ai 2.498 di quest'anno. E la tendenza all'aumento è confermata anche ad ottobre: dall'1 al 16 i migranti arrivati in Italia sono 999, contro i 1.007 arrivati in tutto ottobre 2018.

 

 


Una situazione che il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese conferma al question time alla Camera, sottolineando però che «non si può parlare di una escalation degli sbarchi»: si tratta di un incremento, dice il titolare del Viminale, «riconducibile agli sbarchi autonomi, che non è un fenomeno nuovo» e che, tra l'altro, si era manifestato «già a marzo» ed è in linea con l'anno scorso, quando furono circa 6mila gli sbarchi autonomi a fronte dei 6.800 registrati fino ad oggi.

Il ministro non convince la Lega, che infatti protesta in Aula sollevando cartelli con scritto "stop invasione". Immediata anche la replica di Matteo Salvini: «Aumentano sbarchi e morti, il governo ha le mani sporche di sangue».

Al di là delle polemiche, il governo è comunque consapevole che se è vero che non c'è un'emergenza e i numeri restano esigui è altrettanto vero che nel Mediterraneo si continua morire e che l'accordo di Malta sulla redistribuzione dei richiedenti asilo resta ancora un pezzo di carta. Per questo sia Conte sia Lamorgese continuano ad insistere affinché quell'intesa diventi realtà e apra la strada alla revisione del trattato di Dublino.

Malta, dice il premier, «è una tappa significativa ma non risolutiva in un percorso, dobbiamo continuare a lavorare affinché l'Ue lavori sui rimpatri con gli accordi di riammissione nei paesi d'origine sicuri». L'accordo, aggiunge il ministro dell'Interno, «è un indiscutibile e deciso passo avanti» ma ora serve un «patto di solidarietà europeo per un sistema di gestione dei flussi più equo e bilanciato».

Ragionamenti che interessano poco i 176 migranti sbarcati dalla Ocean Viking a Taranto, tra le proteste dei leghisti e la solidarietà di associazioni umanitarie e sindacati, e i 172 arrivati a Lampedusa a bordo dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, dopo esser stati soccorsi a 35 miglia dall'isola in acque sar maltesi.
E al molo Favarolo sono rientrati anche i sub che stanno cercando di recuperare i corpi in fondo al mare, a causa del mare mosso. Ma usciranno nuovamente domani perché, come dice il procuratore di Agrigento Salvatore Vella, ridare un minimo di dignità a quelle persone è un dovere morale.

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