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La violenza fisica nella maggior parte dei casi (77 sui 113 segnalati dagli intervistati) è stata opera del paziente, in parte minore dai suoi parenti (26). Per quanto riguarda la violenza verbale, circa la metà del campione (473 persone) afferma di averne subito nell'ultimo anno, e non si è trattato di un solo episodio, ma di ripetuti. Dall'analisi emerge che la risposta all'aggressione verbale è quasi assente, e in alcuni casi gestita male, mentre di contro i lavoratori riferiscono che ha generato un forte stress.
Nel caso della violenza fisica, invece, 18 persone su 113 hanno risposto che non è stata offerta loro neppure una consulenza psicologica.
In entrambi i casi, sia di violenza fisica che verbale, i lavoratori coinvolti riportano sintomi riconducibili al Disturbo Post Traumatico da Stress, riferendo di sentirsi soli ed isolati. «L'esito italiano del sondaggio è rappresentativo a livello nazionale e restituisce una visione del fenomeno che risulta indicativa per rilevare il burnout, lo stress lavoro correlato e il mobbing», spiega la psicologa Rosalba Taddeini, responsabile scientifica del progetto Nursing Up. A fronte di questa situazione, la proposta di Nursing Up, spiega il presidente De Palma, «è di introdurre la denuncia d'ufficio da parte degli enti sanitari che devono anche costituirsi parte civile nei procedimenti penali a carico degli aggressori, e la creazione di osservatori ad hoc in ogni Azienda sanitaria con il compito di monitorare il fenomeno per l'eventuale istituzione di servizi di sorveglianza h24».
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