Bottiglia di Coca Cola contro il rapinatore, così la titolare fa fallire il colpo al market

Bottiglia di Coca Cola contro il rapinatore, così la titolare fa fallire il colpo al market
di Patrizio Iavarone
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Lunedì 14 Ottobre 2019, 09:04
Si è difesa con la forza dell’istinto e della disperazione, «perché non vedo proprio il motivo per cui dovevo cedere e dargli il frutto dei miei sacrifici». La signora Cristina, proprietaria del supermercato Pick Up in via Gennaro Sardi a Sulmona, racconta così a caldo il tentativo di rapina che ha subito sabato scorso nel suo locale. Un uomo con il viso coperto da un cappuccio e un coltello da cucina (di quelli per tagliare il pane) in mano, è entrato verso l’ora di chiusura, poco dopo le diciannove, e ha minacciato la donna e una sua dipendente affinché gli aprissero la cassa. La reazione, però, non è stata proprio di quelle che si aspettava, perché mentre la dipendente correva in fondo al supermercato per chiedere aiuto, la signora Cristina reagiva alle minacce, prima scagliando contro il rapinatore una bottiglia di coca cola e poi affrontandolo fisicamente.

lla colluttazione si è poi nel frattempo aggiunto un cliente che ha braccato da dietro l’uomo, ingaggiando un corpo a corpo durato qualche minuto. Sono volati calci, pugni e spintoni, che hanno ferito lievemente il cliente e anche la proprietaria colpita ad una spalla. A quel punto il rapinatore, però, con la cassa rimasta chiusa e la reazione che stava coinvolgendo anche gli altri clienti, ha preferito desistere dal suo intento e darsi alla fuga, scappando a piedi lungo la strada con il sacco vuoto e alcuni clienti che lo hanno rincorso per qualche metro. Quando insomma i carabinieri sono intervenuti sul posto, chiamati dalla proprietaria, il pericolo era sventato. I militari dell’Arma hanno così fatto i rilievi alla ricerca di qualche impronta digitale e di immagini del sistema di videosorveglianza che si spera riescano ora a dare qualche indizio in più per identificare il rapinatore.

Da quanto si è capito si tratta di un uomo, italiano, di corporatura media, probabilmente qualche tossicodipendente o disperato della zona, ipotizzano gli inquirenti. Non certo un professionista, insomma, che, d’altronde, una rapina non l’avrebbe mai affrontata brandendo un coltello per il pane. L’autodifesa, nonostante la “poca credibilità” del malvivente, è stata comunque una mossa tanto coraggiosa, quanto azzardata: proprio perché non si trattava di un professionista, infatti, la reazione poteva essere del tutto imprevedibile e di diversa natura, perché preso dal panico l’uomo avrebbe potuto affondare il coltello senza valutare bene il rapporto tra rischio e “beneficio”. Fortunatamente è andata bene. 
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