Rieti, gli appuntamenti della domenica
in città e in tutto il Reatino

Tango
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Domenica 13 Ottobre 2019, 02:17
RIETI - Gli appuntamenti della domenica in tutto il Reatino.

A Leonessa, oggi, si celebra la patata, uno dei più rinomati prodotti dell’economia agricola del luogo. A pasta gialla o a pasta rossa la patata di Leonessa è conosciuta in tutta Italia come uno degli alimenti nazionali più pregiati. La mattina apertura degli stand gastronomici che serviranno la patata di Leonessa “fritta, lessa, rescallata”. La festa proseguirà fino alla domenica sera con la premiazione della patata più grande e si concluderà con lo spettacolo pirotecnico. Durante la sagra si svolgerà la mostra mercato di prodotti tipici e di artigianato con 150 espositori da tutta Italia.

Non si può semplicemente definire il weekend più dolce dell’anno, non fosse altro perché, tra i protagonisti, ci sarà anche il peperoncino. Oggi, piazza Vittorio Emanuele II a Rieti ospita l’ottava edizione della Festa del Cioccolato, a cura di Choco amore, Associazione nazionale cioccolatieri. Apertura degli stand alle 10 e poi via fino alla notte, tra proposte di cioccolato artigianale da tutta Italia e per tutti i gusti, negli stand dislocati nella piazza del centro della città. Una manifestazione in collaborazione con Allestire Srl, Ascom Confcommercio Rieti, Fida, Bs Group, con il patrocinio del Comune. Non mancherà una sezione della Fiera mondiale campionaria del peperoncino di Rieti: il suo presidente, Livio Rositani, premierà il miglior cioccolato al peperoncino. E, ovviamente, alla fine della tre giorni, verrà assegnato un premio da una giuria selezionata, al miglior cioccolato proposto. Ma il cioccolato sarà protagonista anche in altre forme. Ad esempio con il Choco lab, laboratorio di cioccolato e cake design, a cura dello chef Elia Grillotti, della sua Chef School e del maestro cioccolatiere di Chocoamore Alessandro Del Vecchio, per una gara dolciaria amatoriale. Per i più piccoli, sono in programma il truccabimbi e momenti di animazione.

Fino a oggi a Rieti “Con Francesco nella Valle”.

Oggi, Giornate del Fai d’Autunno. Nel Reatino sono 4 le realtà che vi partecipano aprendo le loro porte alle visite. Il Gruppo Fai di Rieti ha scelto le Terme di Vespasiano e il Palazzo della Comunità di Cittaducale insieme alla Villa di Tito di Castel Sant’Angelo e al Museo Civico di Cittareale, mentre il Gruppo Fai della Sabina ha puntato su Roccantica, nella quale si terranno visite guidate e aperture di siti come l’Oratorio di Santa Caterina D’Alessandria e la Chiesa di Piè di Rocca e Torri.

«Il tango è come una storia d’amore: c’è palpitazione, armonia di sensi, contatto tra mente e corpo: e per intendersi non servono certo parole». A parlare è Miguel Ángel Zotto, uno dei più celebri ballerini del mondo, che arriverà al teatro Flavio Vespasiano di Rieti per il Reate Festival questa sera alle 21 per l’anteprima di uno spettacolo che trasuda passione già dal titolo: “Te siento!”. Figlio di italiani immigrati in Argentina alla fine dell’800, Miguel Ángel non ricorda la sua vita senza ballo. «In casa si ballava tango - spiega - si respirava tango. Ballavano il tango mio padre, mio nonno, e anch’io. Intorno ai vent’anni ho iniziato a studiarlo professionalmente». Oggi nel mondo del tango Zotto è quasi un’istituzione, una sorta di ambasciatore nel mondo, erede diretto degli antichi milongueri e profondo conoscitore delle evoluzioni e dei cambiamenti che lo hanno attraversato. Sul palcoscenico e nella vita, fa coppia fissa con la splendida Daiana Guspero, che lo affiancherà insieme alla loro compagnia di danza anche al teatro Flavio, in sensualissimi abiti. «L’abbigliamento è molto importante, come l’estetica. Le gonne della donna devono essere fascianti ma non così strette da impedirle di muovere bene il bacino, le scarpe per entrambi devono essere adatte. L’uomo deve essere elegante, e mai indossare un abito spezzato: l’alternarsi dei colori di giacca e pantaloni interromperebbe il movimento». Nella vita e nella professione, Miguel Ángel e Daiana danzano insieme, si divertono e si fondono, fino quasi a combaciare. «All’inizio è difficile, si litiga spesso: è una danza complessa e molto emozionale, i sentimenti si mescolano e non si sa più dove inizia l’amore e dove finisce il lavoro. Poi si trova un equilibrio, altrimenti divorzi!». E il loro è un equilibrio magico, trovato tra le mura domestiche con la famiglia che hanno creato, e sotto i riflettori. «La sola tecnica non basta, la sola improvvisazione non basta - dice il ballerino - la creazione arriva solo quando ci sono le basi in cui muoversi senza automatizzare il movimento, altrimenti non c’è magia». Lo spettacolo di oggi parte dal libro autobiografico sulla sua storia, un viaggio in punta di tacco da un barrio popolare di Buenos Aires ai palcoscenici di tutto il mondo. Una carriera che lo ha portato a esibirsi davanti al connazionale papa Francesco, anch’esso - inevitabilmente - appassionato di tango e di milonga. «Abbiamo ballato per lui al concerto di Natale in Vaticano dello scorso anno. Daiana gli ha chiesto se poteva dargli un “abbraccio tanguero”, e lui ha acconsentito con entusiasmo». Vivere senza tango? Impossibile. «È la mia vita, è necessario. Il tango assomiglia molto alla vita: servono abbraccio, contatto, rispetto, comunicazione sensoriale, occorre retrocedere o far retrocedere. E prima di ogni cosa, ci vuole el corazon».
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