La deportazione nei lager nazisti di duemila carabinieri di stanza a Roma nel libro di Piccirilli

L'autore Maurizio Piccirilli, il direttore della Dia Giuseppe Governale, e Vincenzo Rossi, classe 1924, uno dei carabinieri sopravvissuti al lager
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Venerdì 11 Ottobre 2019, 21:35
Deportati, privati della dignità, ridotti alla fame. La vicenda dei duemila Carabinieri di stanza a Roma imprigionati nei lager nazisti è rimasta un racconto carsico nella storia della tragedia che colpi l'Europa con la Seconda guerra mondiale. "Carabinieri Kaputt", scritto dal giornalista Maurizio Piccirilli, riporta pienamente alla luce gli eventi che ebbero inizio il 7 ottobre 1943 - una settimana prima della deportazione degli ebrei da Roma - e che per molti militari si conclusero con la morte per stenti e malattia.

Il racconto riemerge dai memoriali inediti e per la prima volta pubblicati da tre dei sopravvissuti; dalle lettere dei prigionieri inviate dal lager; dai racconti di chi ha vissuto e mai più dimenticato l'abisso della follia diventato sistema. Accanto al racconto della prigionia nei lager di Austria e Germania,"Carabinieri Kaputt" ripercorre anche la straordinaria storia dei militari sfuggiti alla cattura e delle loro compagne che divennero punto di riferimento della resistenza romana.
Con questo libro - che è stato presentato oggi alla libreria Le Torri di Tor Bella Monaca - l'autore affronta per la prima volta il terreno della storia, dopo aver pubblicato Le quaglie di Osama (2006) Shahid (2010) Il volto nascosto di Osama (2011) Ferita Afgana (2013) e l'ebook Cuccioli del jihad. Fotoreporter negli anni caldi del terrorismo italiano, Piccirilli è stato caposervizio del quotidiano Il Tempo, si è occupato di esteri, terrorismo e criminalità nazionale e internazionale. Per la sua attività di fotoreporter è stato insignito di un award del World press photo ed è stato per due volte vincitore del Premio Baia Chia per la fotografia.
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