Raid anti-curdi, Usa chiedono lo stop.​ Onu: almeno 100mila sfollati. Miliziani Isis in fuga

Raid in Siria, fonti Ue: rischi per fuga militanti Isis. La Turchia: chi ci critica supporta terrorismo
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Venerdì 11 Ottobre 2019, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 09:19

Gli Stati Uniti «incoraggiano fortemente» la Turchia a porre fine alle azioni militari contro i curdi nel nordest della Siria. Lo afferma il Pentagono dopo che Trump su Twitter ha ipotizzato una mediazione Usa per un'intesa tra turchi e curdi. «Si sono combattuti l'un l'altro per 200 anni - scrive il tycoon - ora abbiamo una di tre scelte: inviare migliaia di soldati e vincere militarmente, colpire la Turchia molto duramente con le sanzioni oppure mediare un accordo tra Turchia e curdi!».

L'offensiva intanto prosegue: si registra il primo soldato turco ucciso (ieri fonti curde avevano parlato di 5 soldati morti). Sette i civili morti oggi in Siria in base a quanto riferiscono ong locali. È salito a 342 il numero dei «terroristi neutralizzati» (cioè uccisi, feriti o catturati) a 48 ore dall'inizio dell'operazione militare. Lo riferisce la Difesa di Ankara, che indica come «terroristi» i miliziani curdi dell'Ypg/Ypj. La Ue reagisce alla minaccia di Erdogan di scatenare una invasione di migranti in Europa definendola
«inaccettabile» e fonti europee esprimono «seria preoccupazione» per i foreign fighter che si trovano nell'area siriana e che potrebbero approfittare del caos. Secondo le autorità curde locali almeno 5 miliziani dell'Isis sono fuggiti a seguito dei raid compiuti nelle scorse ore dall'aviazione turca contro una prigione di jihadisti sorvegliata dai curdi nella zona di Qamishli, nel nord-est della Siria. 

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In Siria, dall'inizio dell'offensiva turca, ci sono almeno 100 mila sfollati. Lo sottolinea l'Onu. Delle circa 100 mila persone fuggite dalle loro case molte si sono rifugiate nelle scuole delle città di AlHassakeh e Tal Tamer, ha fatto sapere l'Onu.

Sui foreign fighter che si trovano nell'area siriana dove la Turchia ha sferrato la sua offensiva, «c'è seria preoccupazione», afferma una fonte Ue altamente qualificata, in vista della discussione al consiglio dei ministri degli Esteri dell'Ue di lunedì, a Lussemburgo. La minaccia del presidente turco Recep Tayyip Erdogan all'Europa sui migranti è «totalmente inaccettabile», e «reagiremo con forza», prosegue, ricordando come l'Unione abbia «apprezzato la gestione responsabile dei migranti» da parte di Ankara e di aver versato il 97% dei 6 miliardi dell'accordo Ue - Turchia. Ma - afferma la stessa fonte - la Turchia non può usare i migranti «per condizionare l'Unione».

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La Turchia deve capire che «non accetteremo che i rifugiati siano usati come arma per ricattarci», quindi «considero le minacce del presidente Erdogan completamente fuori posto», ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine dell'incontro con il presidente cipriota Anastasiades a Nicosia. L'operazione unilaterale della Turchia «si deve fermare», la situazione va risolta «attraverso canali politici e diplomatici», ha aggiunto.

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«La possibilità di imporre sanzioni alla Turchia è sul tavolo e l'Ue ne discuterà al Consiglio europeo della settimana prossima», ha detto ai microfoni di France Inter la viceministra per gli Affari europei francese, Amelie de Montchalin. La de Montchalin ha aggiunto che «non si può rimanere impotenti di fronte a una situazione scioccante per i civili, per le forze siriane per 5 anni al fianco della coalizione anti-Isis, ma soprattutto per la stabilità della regione».

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Anche l'Italia ha espresso dure critiche sull'offensiva turca
. «Lo dirò forte e chiaro al prossimo Consiglio Ue: l'Ue non può accettare questo ricatto dalla Turchia» su un'accoglienza, quella dei profughi siriani, «finanziata ampiamente dall'Europa. L'iniziativa militare deve cessare immediatamente e l'Ue e tutta la comunità internazionale dovrà parlare con una sola voce», dice il premier Giuseppe Conte.

Ma la Turchia tira dritto. «Siamo scioccati e delusi dalle dichiarazioni del governo italiano», perché «non è ciò che ci aspettiamo da un alleato» e «lo siamo egualmente per altri Paesi alleati», ha detto l'ambasciatore di Turchia in Italia, Murat Salim Esenli, in conferenza stampa all'ambasciata a Roma. «L'Italia per noi è un partner strategico e per questo abbiamo aspettative e abbiamo consultazioni politiche regolari, a livello ministeriale e di segretari generali», ha spiegato. «Spero che il governo dell'Italia, ad alti livelli, capisca da dove veniamo» e «perché stiamo facendo quest'operazione».

«Abbiamo spiegato le ragioni dell'operazione, le abbiamo comunicate alle Nazioni Unite formalmente, se dopo queste spiegazioni» ci sono «critiche e commenti» sulle azioni della Turchia, «le consideriamo un supporto alle organizzazioni terroristiche», ha proseguito. «Da 8 anni spieghiamo cosa succede ai nostri confini, se vediamo una persistenza» del sostegno alle milizie curde Ypg-Pyd, «lo consideriamo un supporto a un'organizzazione terroristica», ha ribadito. Con l'operazione militare sul nord della Siria, «stiamo difendendo le frontiere turche, ma anche quelle della Nato e dell'Ue», e «vogliamo ricordare questi aspetti a tutti i nostri alleati».

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