Castel Gandolfo, lo storico incontro tra Papa Francesco e Benedetto XVI
Oltre ad essere un bellissimo museo pieno di arte e di storia, quegli ambienti per i fedeli restano ambienti quasi sacri, pieni di reliquie. Eppure, nonostante questo e tre anni dopo le disposizioni di Francesco, due importanti sale private sono state smantellate per fare spazio ad una mostra temporanea di maioliche: decine di piatti di ceramica che fanno parte della collezione pontificia.
MAIOLICHE
Un omaggio all'arte di Raffaello ma sicuramente uno schiaffo alla memoria di Giovanni Paolo II e di Papa Ratzinger. I mugugni in Vaticano non si sono fatti attendere e c'è chi, forse esagerando, parla di profanazione. In particolare l'arredo della Sala della Rocca che era stata allestita da Giovanni Paolo II per farne uno spazio di incontri ed è stata utilizzata per ospitare accademici e studiosi. Tra quelle pareti Wojtyla ha ascoltato interventi teologici che gli sono poi serviti per documenti ed encicliche.
Sempre tra quelle pareti Papa Ratzinger amava raccogliersi con gli ex alunni che fanno parte della fondazione che porta il suo nome. L'altra stanza smantellata, invece, è un salottino utilizzato da don Georg Ratzinger, il fratello del pontefice emerito, quando veniva a trovarlo d'estate. Alle pareti aveva una grande pala raffigurante San Michele Arcangelo. Anche quell'ambiente doveva restare integro ma qualcosa nel frattempo deve essere cambiato in Vaticano. Nessuno vuole dire di più. Papa Francesco pare sia all'oscuro di tutto.
L'apertura di Castelgandolfo al pubblico è stata una intuizione felice che ha permesso in questi anni alla gente di osservare da vicino gli ambienti papali, i luoghi della quotidianità, sicuramente importanti ma non così lussuosi come si potrebbe immaginare. Nella stanza da letto in cui ha dormito Ratzinger è ancora possibile notare il breviario sul comodino e le matite appuntite che gli servivano per annotare, con la sua calligrafia minuscola, appunti sui documenti. Sul sito dei musei vaticani viene spiegato che i 34 preziosi piatti in ceramica istoriata della Collezione Carpegna «tornano a rivelarsi al grande pubblico negli spazi simbolici del Palazzo Apostolico».
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