Buy and share, l'Antitrust indaga sullo schema Ponzi del web: avviati tre nuovi procedimenti

Buy and share, l'Antitrust indaga sullo schema Ponzi del web: avviati tre nuovi procedimenti
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Mercoledì 9 Ottobre 2019, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 19:09
Si chiama «buy and share» (compra e condividi), il nuovo sistema di vendita finito nel mirino dell'Antitrust. In particolare l'Autorità, guidata da Roberto Rustichelli, ha avviato un procedimento di accertamento nei confronti della società Oobs- che gestisce il sito «shoppati.it»- e due procedimento contro le società Girada e Zuami, che erano già state sanzionate nei mesi scorsi rispettivamente per 350mila euro e 100mila euro. 

Il metodo «buy and share» funziona nel seguente modo: viene pubblicata online un'offerta commerciale di beni a prezzi particolarmente scontati, il consumatore per poter acquistare il prodotto deve versare subito la cifra richiesta. Tuttavia il pagamento non è un acquisto, ma una prenotazione. Per avere il prodotto richiesto, infatti, il consumatore deve attendere che altri consumatori effettuino un analogo acquisto. Inoltre le modalità dell'ottenimento e della consegna del bene "prenotato" sono molto aleatori e poco chiari, perché non vengono resi noti i meccanismi di scorrimento della lista e i tempi di attesa. L'Antitrust ritiene che questi sistema di vendita siano in grado di attrarre un numero sempre crescente di acquisti. 

L'Autorità, che si avvalsa della collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, contesta anche il mancato riconoscimento del diritto di recesso e il mancato rimborso di quanto è stato versato. 

«Ora speriamo che si accerti rapidamente la verità e che, in caso di accertata pratica scorretta, vi sia una pesante sanzione e non una chiusura del procedimento con impegni», ha commentato Massimiliano Dona, presidente
dell'Unione Nazionale Consumatori. E ha aggiunto che «modalità del buy and share, catene di Sant'Antonio, vendite piramidali, multilevel marketing sono tutti sistemi di vendita scorretti, insidiosi e ingannevoli, che condizionano indebitamente il consumatore, inducendolo ad assumere una decisione di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso». 
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