“Violenza di classe”: Diabolik ed Eva Kant in lotta contro il bullismo a scuola

“Violenza di classe”: Diabolik ed Eva Kant in lotta contro il bullismo a scuola
di Raffaella Troili
2 Minuti di Lettura
Domenica 6 Ottobre 2019, 20:34 - Ultimo aggiornamento: 20:38
Eva Kant alle prese con tre bulli. "Camuffata" da supplente per arrivare ai proventi di un importante traffico di droga si ritrova per caso in una classe difficile, la quinta D di un liceo, dove un ragazzo in particolare è in balìa di tre balordi, che approfittano della sua delicatezza e lo perseguitano quotidianamente. Ci penserà la prof Eva Kant a ristabilire gli equilibri, anche se come sempre ci scapperà del sangue. Da ottobre Diabolik è in edicola con "Violenza di classe", un giallo a fumetti inedito dedicato al bullismo e scritto da Tito Faraci e Mario Gomboli. L'intento della storia e lanciare una campagna nelle scuole in collaborazione con Pepita onlus, cooperativa sociale da anni impegnata nella lotta al bullismo nelle scuole elementari medie e superiori in tutta Italia.


Così il Re del Terrore e la sua amata Eva si ritrovano impegnati anche a rimettere a posto i bulli che tengono  soggiogata una classe e prendono in giro anche la "docente". Impuniti e strafottenti, fino a quando un evento drammatico scatenerà una reazione di tutti.  Un tema di grande attualità entra nello storico fumetto con l'intento di veicolare il messaggio che è importante isolare i bulli e reagire chiedendo aiuto. Gli esperti di Pepita onlus porteranno l'albo di Diabolik nelle classi, per approfondire l'argomento con i ragazzi. Non è la prima volta che gli episodi di Diabolik affrontano temi sociali come droga, prostituzione, violenza sulle donne, omofobia. Per la prima volta però dopo 850 avventure si parla di bullismo all'interno di una storia in cui la diabolica coppia non rinuncia al colpo milionario e a metodi criminali. Ma Eva, incantevole e spietata come sempre, ha anche un cuore tenero e davanti alle propotenze nei confronti dei più deboli scatta il suo istinto protettivo. Perché i bulli non piacciono neanche ai ladri professionisti. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA