Significativa la frase sulla targa che il presidente, Ruggero Andolfi, e i giocatori hanno donato al manager di allora che - origini ad Anzio, dove risiede ancora oggi - aveva “esportato” il baseball una volta andato a lavorare e abitare ad Aprilia: «Un allenatore ti insegna la teoria e applica la pratica in campo, un padre ti guida nella crescita per affrontare la vita. Per noi sei stato entrambi, grazie di cuore Titta». La cena era in un ristorante di Nettuno, manco a dirlo patria del baseball in Italia.
«Sono commosso - ha commentato Lo Fazio, 85 anni - è stata una sorpresa straordinaria. Quell’esperienza fu una grande avventura sportiva e umana, mi fa grande piacere che ancora oggi la ricordino». Per l’occasione immagini e ritagli di stampa di allora, ad esempio il “Pontin sportivo” che declamava l’Aprilia “ammazza campionato”o spiegava come si era evitato che sparisse questo sport. Cosa che negli anni a seguire, purtroppo, è accaduta. Ma come diceva il mitico campione Babe Ruth: «Non c’è niente di più bello, nobile e leale» come il baseball. E chi ha vissuto quell’esperianza non ha dimenticato questo insegnamento.
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