Cuba, pressioni Russia e Usa: giovedì si elegge il presidente della Repubblica, favorito Miguel Diaz-Canel

Miguel Diaz Canel
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Domenica 6 Ottobre 2019, 16:25
Grandi manovre a Cuba in vista dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica.  Il Parlamento cubano infatti eleggerà il prossimo 10 ottobre il capo dello Stato per la prima volta  applicando la nuova Costituzione nazionale, che prevede anche la designazione di un primo ministro, carica che fu soppressa nel 1976 quando era al potere Fidel Castro. All'ordine del giorno della sessione parlamentare convocata dal Consiglio di Stato, oltre all'elezione del presidente, c'è anche quella del suo vice.

Le due cariche, in base al testo costituzionale, hanno una definizione diversa dalla attuale di presidente e vicepresidente del Consiglio di Stato e dei ministri.
Detto questo è molto probabile che non cambierà molto, o meglio non cambiera il personaggio principale di Cuba visto che, a detta di tutti gli analisti, sarà eletto Miguel Diaz-Canel, oggi capo del Consiglio di Stato e dei ministri - che designerà poi il primo ministro. Ma che ci sia aria di novità è indubbio. Venerdì scorso a Cuba è arrivato in visita ufficiale il primo ministro russo Dmitri Medvedev,  che non si è lasciato sfuggire l'occasione per accusare  gli Stati Uniti di «interferenze» nei Paesi dell'America Latina e di «destabilizzare il sistema politico» delle nazioni per ottenere cambi di governo. Come ha riportato il sito d'informazione russo Sputnik.

«Nella vostra regione, è in fase di sperimentazione un nuovo modello di interferenza di ogni tipo negli affari sovrani, di tentativi di golpe illegittimi, di cambiamenti di regime.
E in questo caso, gli Stati Uniti agiscono non solo ricorrendo al 'soft power', ma di fatto chiedono direttamente un cambio di governo, interferiscono in qualsiasi attività commerciale, in qualsiasi decisione degli altri Paesi, assegnano denaro per destabilizzare il sistema politico e, allo stesso tempo, non consentono critiche contro di loro», ha dichiarato Medvedev parlando agli studenti e professori dell'Università dell'Avana, dove ha ricevuto una laurea honoris causa in Scienze politiche. Ieri invece è stata la volta di 
James McGovern, membro democratico del Congresso degli Stati Uniti, che recentemente ha definito "sbagliata" la politica del suo Paese nei confronti dell'isola. All'incontro hanno partecipato anche Matthew Bonaccorsi, assistente della McGovern e l'ex membro del Congresso William Delahun, mentre dalla parte cubana erano presenti il ministro degli Esteri Bruno Rodriguez e il direttore generale per gli Stati Uniti del ministero degli Esteri, Carlos Fernandez de Cossio.
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